La recensione del libro di Annie Ernaux e Frédéric-Yves Jeannet, L’Orma, 168 pp., 18 euro
“Amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso”: lo scriveva Franz Kafka nelle sue lettere a Milena Jesenská. Ma oltre l’amore, scrittori e scrittrici hanno insegnato come la scrittura stessa fosse lo strumento con il quale interrogavano nel profondo sé stessi – e inevitabilmente gli altri – e indagavano la realtà. Affonda in queste radici il pensiero di Annie Ernaux, Premio Nobel per la letteratura del 2022, che si racconta in uno scambio intimo e rivelatore con Frédéric-Yves Jeannet nel libro-intervista pubblicato da L’Orma Editore, La scrittura come un coltello. Jeannet, docente di Letteratura comparata in Messico, ha iniziato una corrispondenza via mail con Ernaux durata un anno, per portare in superficie pensieri e intuizioni sulla sua concezione della scrittura e sulla sua stessa vita. Suddiviso per tematiche, il libro mantiene fede allo stile dell’intervista e permette ai lettori di entrare nel cuore delle opere di Ernaux e della sua poetica, attraverso un viaggio affascinante che svela anche il suo rapporto con la letteratura, la memoria, la realtà e la società. “La scrittura che utilizzo, come dice lei clinica, è parte integrante della ricerca. La sento come il coltello, quasi l’arma, di cui ho bisogno”, dice Ernaux a Jeannet. Scrivere, infatti, non è un atto di evasione, ma deve superare l’esperienza particolare per ambire al valore collettivo dell’io autobiografico: “Significa il superamento della singolarità dell’esperienza, dei limiti della coscienza individuale che ci appartengono nella vita, e conferisce al lettore la possibilità di appropriarsi del testo, di porsi delle domande o di liberarsi”, scrive Ernaux. Le domande di Jeannet diventano la chiave per far emergere i temi cardine dei suoi libri: la politica, le dinamiche di potere, le questioni di genere, le ingiustizie e le convenzioni sociali, le relazioni familiari, l’identità e la memoria. Il libro è una riflessione sull’atto politico e sul dono della parola, che denuncia e svela mondi che guardano da vicino tutti, e sulla vita che diventa il campo di indagine dove la scrittura affonda la propria lama affilata. Ernaux e Jeannet danno forma a un dialogo intenso e stimolante, per approfondire e riscoprire la produzione letteraria di Ernaux, che, come recitava la motivazione dell’Accademia svedese, ha avuto il coraggio e l’acutezza clinica nello scoprire le radici, le estraneità e i vincoli collettivi della memoria personale.
La scrittura come un coltello
Annie Ernaux e Frédéric-Yves Jeannet
L’Orma, 168 pp., 18 euro