Il presidente eletto minaccia dazi per Danimarca, Messico e Canada, non esclude l’uso della forza per prendersi Groenlandia e Canale di Panama e annuncia il rebranding del Golfo del Messico. La visita di Trump Jr. nell’isola artica
Mentre il figlio di Donald Trump atterrava in Groenlandia, il presidente eletto in una conferenza stampa a Mar-a-Lago ha ribadito oggi le sue mire espansionistiche per ridisegnare la geografia americana. Ha detto che “applicherebbe dazi molto alti” alla Danimarca se non cedesse la Groenlandia agli Stati Uniti e non ha escluso l’uso della forza per prendersi non solo l’isola artica, ma anche il canale di Panama. Ha minacciato “dazi sostanziali” anche su Messico e Canada e annunciato di aver pensato al rebranding del Golfo del Messico: “Lo chiameremo Golfo d’America, che bel nome!”.
Sul Canada ha escluso l’uso della forza militare – lunedì, dopo le dimissioni di Trudeau, aveva scritto su Truth che molti canadesi “amerebbero essere il 51esimo stato” – ma non l’uso della “forza economica”. Sulla Groenlandia invece mette in conto entrambe le opzioni, “ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica”, ha detto a un giornalista. Dopo che già nel suo discorso di Capodanno il primo ministro della Groenlandia Múte Egede aveva annunciato un referendum sull’indipendenza, la monarchia danese ha dato un forte segnale simbolico cambiando il proprio stemma. Dove prima c’erano assieme le tre corone simbolo dell’Unione tra Danimarca, Norvegia e Svezia, un orso bianco simbolo della Groenlandia e un ariete simbolo delle Far Oer, ora c’è solo l’orso. Il territorio “non è in vendita”, ha detto la prima ministra danese Mette Frederiksen nel momento in cui Trump Jr. atterrava sull’isola. “Mio figlio Don andrà in visita in Groenlandia, grandi benefici se sarà parte degli Usa”, aveva invece scritto Trump su Truth. “La Groenlandia è un posto incredibile e la sua gente, se e quando diventerà parte della nostra nazione, ne trarrà enormi benefici. (…) Facciamo la Groenlandia di nuovo grande”. Trump Jr. ha poi chiarito che quella di oggi è stata una gita “personale”. Alla folla in attesa all’aeroporto di Nuuk ha detto di essere “molto emozionato” e che il prossimo presidente americano “saluta tutti in Groenlandia”.