Ricominciano i “venerdì neri” anche nel 2025: questa settimana metro e bus si fermeranno per quattro ore, come comunicato dalla sigla Confail Faisa. Solo a gennaio le mobilitazioni previste sono più di 50, molte delle quali riguarderanno i trasporti
Dopo il 2024, anno record con 622 scioperi indetti, continuano i “venerdì neri” anche nel nuovo anno. Il 10 gennaio 2025 si terrà un nuovo sciopero nazionale indetto dal sindacato Confail Faisa. Durerà 4 ore e coinvolgerà il trasporto pubblico locale, il settore ferroviario e quello aereo. A Milano il servizio delle linee Atm non sarà garantito tra le 8:45 e le 12:45. A Roma, già piena di pellegrini per il Giubileo, lo sciopero interesserà la rete Atac e le linee periferiche gestite da operatori privati dalle 8:30 alle 12:30. A Napoli, invece, le ore interessate dall’agitazione saranno quelle serali: dalle 19.32 alle 23.32.
I disordini coinvolgeranno anche il settore aereo e non sarà facile spostarsi da Milano, Venezia e Pisa, dove Ost Cub Trasporti ha proclamato, nella stessa giornata, 24 ore di sciopero del personale delle società Sea e Airport Handling degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa, della Flai Ts a Venezia e della Filcams Cgil a Pisa.
Sarà giornata di sciopero anche nel settore scolastico di tutto il personale docente, educativo e Ata, assunto sia a tempo determinato che indeterminato, proclamato dal CSLE (Confederazione Sindacale Lavoratori Europei). I primissimi scioperi dell’anno in realtà si terranno già l’8 e il 9 gennaio. Il primo coinvolge il settore traghetti, che mette a rischio gli spostamenti da e per le isole minori siciliane. Il secondo riguarda i lavoratori aderenti al Cub trasporti di Rfi, addetti della manutenzione ferroviaria, che si fermeranno dalle 21 del 9 gennaio per 24 ore. Per il 25 e 26 gennaio è indetta infine un’agitazione da parte dei sindacati Cup Trasporti e Sgb, che interessa il personale delle imprese che svolgono attività ferroviaria.
Il 2024 si è chiuso con la querelle tra il ministro dei trasporti Matteo Salvini e i sindacati. L’ultimo atto è stata la precettazione dello sciopero del 13 dicembre 2024 di 24 ore indetto da Ubs, annullata da parte del Tar Lazio per mancanza di ragioni che la sorreggessero. Lo sciopero è infatti avvenuto così com’era stato annunciato dal primo momento: il personale di metro, autobus e ferrovie ha incrociato le braccia per 24 ore contro le politiche economiche del governo su lavoro e cultura, ma anche per la difesa del diritto all’autodeterminazione della Palestina, tra gli altri disparati motivi. In vista del Giubileo, a Roma, era stato siglato il patto anti scioperi tra i sindacati (esclusi Cgil e Confail Faisa) e la Commissione di garanzia, per evitare disagi legati ai servizi pubblici in determinate date che caratterizzeranno gli appuntamenti dei pellegrini. Tutto ciò però non sembra aver fatto partire il nuovo anno con una marcia diversa.
Questa volta, a mettere a rischio i trasporti nel paese sarà la sigla Confail Faisa, che sciopera per chiedere i rinnovi contrattuali e condizioni di lavoro migliori. L’obiettivo, come abbiamo scritto qui, sembra essere quello comune alle sigle minoritarie, ovvero occupare la scena mediatica, creare caos e per questa via legittimare la presenza di questa o quella sigla sindacale.
Nel mese di gennaio è prevista una sfilza di scioperi con oltre 50 mobilitazioni. La settimana scorsa, il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri ha ricordato che ci sono sei milioni di lavoratori che hanno i contratti scaduti. “Il nuovo anno comincia con gli stessi problemi del 2024”, ha detto, e pertanto “il sindacato continuerà a fare le proprie rivendicazioni per le persone che rappresenta”. Per il momento il ministro Salvini è rimasto in silenzio. Ma l’anno nuovo potrebbe replicare lo stesso copione di quello passato.