I buoni risultati nazionali, dallo spread all’occupazione, e il nuovo ruolo dell’Italia nei rapporti internazionali, da Macron a Starmer, fino a Trump e Musk. “Dialoghiamo con tutti”. L’intervista a “7” del Corriere
“Penso che togliere la fiamma dal simbolo non sia mai stata una questione all’ordine del giorno”, dice Giorgia Meloni intervistata da Fiorenza Sarzanini per 7, il settimanale del Corriere della Sera. E forse così chiude la questione e il dibattito interno a Fratelli d’Italia sul tema.
A proposito di un’Italia diventata finalmente “un paese normale” (un “miracolo trasversale”, scriveva qui il direttore del Foglio Claudio Cerasa), la presidente del Consiglio parla di “una grandissima, e ritrovata, fiducia da parte degli investitori e dei mercati nei confronti del Sistema Italia. Abbiamo registrato il record nella richiesta per i nostri titoli di Stato, lo spread è nettamente inferiore rispetto a quando ci siamo insediati, la Borsa Italiana ha toccato il record e le agenzie di rating hanno migliorato il loro giudizio. Quelli che qualcuno sperava fossero i punti deboli di questo governo sono diventati dei punti di forza”. E cita, ad esempio, i dati sull’occupazione. “Certo, questo non significa che in Italia vada tutto bene”, aggiunge. “Tutto è sempre perfettibile, ma non ho pentimenti né rimpianti perché in questi due anni e mezzo non ci siamo mai risparmiati. E non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare”.
Meloni dice che il suo governo ha la “capacità di dialogare con tutti” i leader internazionali, a seconda dei diversi dossier. “In questi due anni abbiamo rafforzato le nostre tradizionali alleanze, ma abbiamo anche aperto canali di confronto con partner con i quali prima si parlava poco o con cui i rapporti erano meno intensi”. Aveva grande sintonia con il premier britannico Rishi Sunak, ma dice altrettanto del laburista Keir Starmer. Parla di “approccio pragmatico” e di “rispetto reciproco” con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, con la quale ha instaurato una inedita intesa (una “relazione speciale”, la definita su queste colonne Pietro Guastamacchia), che ormai dura da tre anni. E anche con la prossima Amministrazione di Donald Trump assicura che non ci saranno divergenze sostanziali. Anche per quanto riguarda il sostegno a Kyiv. “Abbiamo sempre detto che l’unico modo per giungere a una pace è costringere la Russia in una situazione di stallo, perché non c’è alcuna possibilità di pace se non l’equilibrio delle forze di campo e se la Russia ha campo libero nell’invasione dell’Ucraina. Questo è quello che sostiene l’Italia, e che dicono anche gli Stati Uniti“, annuncia la premier. “Elon Musk? Una grande personalità del nostro tempo, un innovatore straordinario e che ha sempre lo sguardo rivolto al futuro. Trovo naturale poter dialogare con lui”. E infine sul presidente francese Macron c’è, dice, “chi ci ha dipinto come due bambini che si fanno i dispetti. Non è mai stato così. Italia e Francia sono due pilastri dell’Europa: su molti temi abbiamo interessi convergenti, su altri ci sono punti di vista differenti. Ciò che è fondamentale è confrontarsi, se necessario anche con schiettezza e senza infingimenti”.
Per quanto riguarda le opposizioni, Meloni riconosce che la principale competitor tra i partiti in minoranza sia Elly Schlein: “Credo che sia abbastanza naturale che qualcuno ci descriva come dirette antagoniste, visto che Fratelli d’Italia e il Partito democratico sono oggi le due principali forze politiche italiane. Ma, da qui alle prossime elezioni politiche, è difficile dire quale sarà il quadro”.