Secondo i dati pubblicati dal ministero dei Trasporti, elettrico e plug-in non vendono e Stellantis crolla. Ora tocca all’Unione europea occuparsi con urgenza di rivedere le sanzioni
Dopo la ripresa dell’anno precedente, il mercato dell’Auto in Italia nel 2024 è tornato in flessione. I dati pubblicati oggi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dicono che si tratta di un calo delle immatricolazioni dello 0,5 per cento, che di per sé non desterebbe grandi preoccupazioni. Se non fosse che fotografa un fatto ormai consolidato: ci sono circa 350 mila autovetture in meno rispetto ai valori più alti degli ultimi dieci anni e con ogni probabilità le vendite che si avevano fino ai primi anni Duemila non torneranno più. I tempi sono senz’altro cambiati e l’automobile, per i motivi che abbiamo più volte provato ad analizzare, non piace come una volta, dopo anni di guerra al diesel e la spinta a proporre modelli di mobilità alternativi. L’altro fatto che si scorge nei numeri è che la nuova offerta di modelli, plasmata dalle case automobilistiche sulla base dei regolamenti fortemente voluti dall’Ue, non sembra andare incontro a gusti ed esigenze dei consumatori. Le auto elettriche mantengono stabile la loro quota di mercato al 4,2 per cento, mentre le ibride ricaricabili (plug-in) passano dal 4,4 al 3,3 per cento. Quello che però conta sono i volumi venduti e qui i numeri sono ben peggiori: le elettriche arretrano dello 0,9 per cento e le ibride plug-in del 25 per cento. Valori pessimi nonostante gli incentivi e in controtendenza rispetto alle ibride non ricaricabili, alle vetture alimentate a benzina e a quelle a Gpl, che crescono in volumi e quote di mercato. Stellantis in particolare crolla del 18 per cento nel solo mese di dicembre e di quasi il 10 nell’intero 2024. L’anno prossimo resterà difficile e incerto, dicono gli operatori. La misura di questa incertezza dipende soprattutto da Bruxelles. Se non si interverrà sulle sanzioni, dall’andar molto male si passerà velocemente alla catastrofe per quasi tutti i costruttori, costretti a scegliere se tentare di vendere auto che non piacciono ai consumatori o pagare multe miliardarie. Ursula von der Leyen ha parlato di interlocuzione strategica sulla questione, è necessario che sia anche urgente.