A Upas la gatta morta per eccellenza è Valeria. Con Manuela mostra le unghie, poi va da Nico, si fa due pianti, mostra tutta la sua dolcezza e lui, grande fesso, cade ai suoi piedi stordito
Certe donne vincono sempre. Sono le cosi dette gatte morte: quelle che di fronte a un uomo, ma non solo, con vocina flebile, l’occhio ammiccante, due smorfiette e qualche lacrimuccia, riescono a tenerli in pugno piegandoli ai loro desideri. E a Upas la gatta morta per eccellenza è Valeria. Con Manuela mostra unghie da pantera, la aggredisce e mette al muro. Poi va da Nico, si fa due pianti, mostra tutta la sua dolcezza, gli ricorda le disavventure del passato, per cui soffre ancora oggi, e lui, grande fesso, cade ai suoi piedi stordito. E va persino da Manuela per darle il resto. La spontaneità, la sincerità, e la genuinità, non hanno lo stesso appeal delle moine, e Nico è il classico maschio che cede a questo stereotipo. Del resto il quadro glielo ha fatto bene Alberto, che ha tanti difetti, ma conosce le donne. Mentre Nico come un salame casca nella rete della gattina Valeria, non rendendosi neppure conto del male che sta facendo a Manuela.