Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – Un abbraccio forte a Cecilia Sala.
Michele Magno
In Iran, la libertà è un reato. In Iran, il giornalismo è un crimine. Unite i due concetti e capirete cosa c’è in ballo oggi con la nostra Cecilia. Forza, riportatecela a casa.
Al direttore – Leggo con dispiacere le notizie relative alla giornalista Cecilia Sala, vostra collega; spero che venga liberata. Stimo il coraggio di questa giovane giornalista che è andata in Afghanistan. Nel luglio del 2006 ero a Londra e mi ero candidato come volontario per andare a Kabul con Architects 4 Aid, una charity ora denominata Article 25. Non fui selezionato. Victoria Harris, la direttrice di Architects 4 Aid al tempo, mi sembra di aver capito che abbia dovuto nascondersi per un certo tempo. Mi dispiace molto per le vicende odierne di Cecilia Sala.
Massimo Torre
Non è scontato quello che è successo in questi giorni. Nella stampa e nelle tv italiane, in tanti sapevano. Con responsabilità però chi sapeva ha scelto di sacrificare una notizia per non sacrificare una trattativa volta a portare l’ambasciatrice italiana in carcere da Cecilia e volta ad agevolare le trattative per il suo rilascio. La prossima volta che qualcuno avrà voglia di parlare di stampa irresponsabile, si ricordi di questa storia. Riportatecela a casa, grazie.
Al direttore – La guerra a pezzi di Francesco nasce da una cattiva lettura di quel che succede nel mondo. La guerra a pezzi è in realtà una guerra unitaria contro l’occidente. Il Papa, essendo tutt’altro che un ammiratore dell’occidente, racconta una storia che rischia di portare fuori strada. Ben scritto, caro direttore.
Roberto Volpi
Al direttore – Abbiamo letto con attenzione la lettera pubblicata ieri sul Foglio sul tema degli stipendi degli insegnanti e anche la sua risposta. Non entriamo nell’analisi delle buste paga dei singoli docenti, su cui possono pesare specifici fattori legati alla situazione fiscale del singolo e del suo nucleo familiare (tassazioni nazionali e locali, detrazioni fiscali etc. che incidono in maniera diversa), ma vogliamo qui ricordare alcun dati incontrovertibili. Grazie allo sblocco della contrattazione collettiva che, come noto, era ferma da tempo, già a Natale 2022, tutto il personale della scuola ha potuto recuperare gli arretrati in sospeso e ottenere a regime un aumento medio di 124 euro mensili. Un esempio concreto: consideriamo un docente laureato che insegna in una scuola secondaria di II grado, con anzianità di servizio di 34 anni (come il vostro lettore) raggiunti nel 2024: la sua retribuzione annua è passata da 36.062 euro lordi a 37.650 (tredicesima esclusa). Ma c’è di più, con la prossima chiusura del rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024, grazie agli stanziamenti previsti dalla legge di Bilancio è previsto un ulteriore aumento del 6 per cento Inoltre, per la prima volta, la legge di Bilancio contiene risorse per i rinnovi contrattuali 2025-2027 e 2028-2030 con aumenti pari rispettivamente al 5,4 percento e al 6,2 per cento, ben oltre la inflazione programmata. Non va dimenticato infine l’intervento sul cuneo fiscale che riguarda, in particolar modo, le fasce di reddito proprie del personale della scuola, e che ha condotto a un ulteriore aumento del 6-7 per cento. Da quest’anno il taglio del cuneo fiscale diventa stabile. Se gli insegnanti sono stati trascurati in questo paese, ciò non è avvenuto, sicuramente, in quest’ultimo biennio. Quanto alle comparazioni fra retribuzioni di docenti di paesi diversi, va precisato che i dati Ocse citati ieri sul Foglio, si riferiscono al 2021 e non tengono conto delle novità appena elencate che consentono al nostro paese di recuperare posizioni e ai nostri docenti di avere stipendi migliori. Errati sono anche i dati di confronto fra la spesa in rapporto al pil per istruzione non universitaria all’interno dei paesi Ocse. La spesa pubblica era nel 2022 pari al 2,9 per cento, eguale a quella tedesca e austriaca e superiore a quella del Giappone, mentre la media Ocse è pari al 3,2 per cento. Grazie alla legge di Bilancio di quest’anno, l’incremento destinato all’istruzione (sempre eccettuata quella universitaria) è pari all’8,9 per cento, secondo quanto calcolato dagli uffici studi di Camera e Senato.
Giuseppe Pierro, direttore generale per la comunicazione e le relazioni istituzionali ministero dell’Istruzione e del Merito
Grazie della lettera, che non smentisce però nulla di quanto abbiamo scritto e che non smentisce la nostra richiesta: sogniamo il giorno in cui un governo avrà il coraggio di infilare in una manovra un emendamento a sorpresa per aumentare i salari di alcuni degli eroi del nostro paese. Grazie.