Prima cambierà il presidente del Cio, poi (probabilmente) quello del Coni. E in Lega calcio si litiga
Non sarà banale il 2025 che sta arrivando. Anno dispari, senza Giochi, Europei o Mondiali di calcio, ma con un assurdo Mondiale per Club a riempirci l’estate. Ma soprattutto anno di grandi cambiamenti politici e non soltanto. Pensate all’era Guardiola che sta per finire o a quella del Gasp che potrebbe sbocciare e, per andare oltre al calcio, a che cosa capiterà appena Lewis Hamilton indosserà una tuta rossa Ferrari. Sarà un anno rivoluzionario e magari alla fine sentiremo pure gli arbitri spiegare in diretta le loro decisioni. Non sarebbe male. Ma il calcio, soprattutto i tifosi del calcio sarebbero in grado di sopportare un salto così? Il primo cambiamento politico è già andato in onda proprio tra gli arbitri che hanno appena assistito all’elezione di Antonio Zappi, il nuovo Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri. Dicono che voglia introdurre il Var a chiamata. Ben venga. E intanto, buon lavoro. Lui almeno è stato votato, eletto e proclamato. Cosa che non è successa a Ezio Simonelli per la Lega Calcio. Dopo esser stato eletto con 14 voti su 20, ma non ancora proclamato, ha preso possesso dei suoi nuovi uffici milanesi e, come prima mossa, ha scritto ai club e annullato il Consiglio convocato per il 27 dicembre dall’ormai ex presidente Casini. Deve ancora convincere i suoi nemici di aver superato il conflitto d’interessi che potrebbe bloccarlo (per gli avversari non basterebbero le dimissioni dai collegi collegati al Monza). Almeno ha un vantaggio: sa chi sono i suoi avversari, anche quelli che lo hanno invitato a cena con signora.
Aspettando il 26 giugno l’elezione del presidente del Coni, a marzo in Grecia verrà cambiato il vertice del Comitato Olimpico Internazionale. Thomas Bach dopo averlo guidato per dodici anni non potrà più ricandidarsi e per prendere il suo posto si sono fatti avanti in sette, sei uomini e una donna, l’ex nuotatrice Kirsty Coventry, che potrebbe essere la prima donna a reggere il Cio. Gli altri candidati sono Lord Sebastian Coe, ex-presidente della Federazione Internazionale di atletica, lo spagnolo Juan Antonio Samaranch Jr., oggi vicepresidente del CIO e figlio dell’ex-presidente (1980 – 2001), il giordano Feisal Al Hussein, fratello del Re e tre presidenti di federazioni internazionali: il francese David Lappartient (Ciclismo), il giapponese Morinari Watanabe (Ginnastica) e lo svedese Johan Eliasch (Sci). Watanabe vorrebbe un’Olimpiade in contemporanea i tutti e 5 i continenti: “Il modello attuale è obsoleto e risale al XVIII secolo, propongo cinque città e 10 discipline per ognuna”. Fermatelo.
In Italia le federazioni principali sono già andate al voto e lo sbarramento del 66% posto per i candidati con più di tre mandati alle spalle non ha prodotto effetti: Barelli, Binaghi, Petrucci, Roda sono stati tutti rieletti. Come altri replicanti: Buonfiglio, Casasco, Matteoli, Rossi e Zanella. I meno “anziani” Mei e D’Ambrosi sono stati riconfermati da atletica e boxe. Il nuovo è avanzato in rugby, baseball, squash, canottaggio, judo, motonautica e pesi. Avanzerà nella ginnastica dopo le polemiche. Che non mancano attorno alla rielezione di Sticchi Damiani all’Aci. C’è infatti un veto governativo al quarto mandato essendo l’Automobile Club una federazione ibrida (è anche ente pubblico). Una battaglia da azzeccagarbugli. Ognuno ha le sue ragioni. Vedremo.