Il sondaggio politico di fine anno. Crescono FdI, Pd e Avs

Il gradimento al governo e alla premier cala, ma di poco, e meno rispetto agli esecutivi precedenti. I più delusi sono disoccupati, casalinghe, operai. Due terzi degli elettori di FdI tiene in considerazione almeno un altro partito per cui potrebbe votare

Con la fine del 2024 in vista, anche la politica italiana fa i suoi bilanci. Il sondaggista Nando Pagnoncelli sul Corriere analizza come si sono mossi i consensi rispetto al voto del 25 settembre 2022 e conferma “la solidità dell’esecutivo Meloni”, “nonostante gli elementi divisivi in qualche caso netti che sono emersi nella maggioranza di governo”. Soprattutto a livello internazionale, se si confronta con le crisi dei governi di Francia e Germania, quello di Giorgia Meloni “è percepito come il più solido tra i grandi paesi fondatori”, tanto che la testata internazionale Politico, nella sua annuale classifica d’influenza, l’ha incoronata “persona più potente d’Europa“. Qualche difficoltà in più, scrive Pagnoncelli, “si riscontra a livello nazionale, con segnali di difficoltà economiche (su tutte la crisi del settore automotive), di contrazione della crescita, di tenuta del potere d’acquisto, tutti temi fortemente percepiti dagli elettori”.

L’indice di apprezzamento (la percentuale di chi dà giudizi positivi) dell’esecutivo italiano è 41, secondo il sondaggista, con un calo di 3 punti rispetto al 2023 e di 13 punti rispetto all’insediamento. Una contrazione che, tuttavia, risulta lieve se confrontata con i precedenti governi che sono durati almeno due anni in carica (il Berlusconi IV aveva perso 16 punti, il governo Renzi 23).

I risultati di Giorgia Meloni

Anche per quanto riguarda la figura della premier, “il gradimento di Giorgia Meloni è oggi stimato al 42, con una perdita di due punti nell’anno e di 16 punti rispetto al momento dell’insediamento“. I più delusi sono i ceti più disposti a dare credito alle promesse elettorali: si registra la flessione maggiore tra le classi popolari, italiani di età medio/alta, con bassi titoli di studio e bassa condizione economica, disoccupati, casalinghe, operai.

Il gradimento dei partiti

Per quanto riguarda i singoli partiti, “le tre forze principali (FdI, Pd, M5s, ndr) segnalano variazioni apprezzabili. Fratelli d’Italia è infatti stimata al 27,6 per cento, in crescita di 1,6 punti” rispetto alle politiche del 2022, scrive Pagnoncelli. “Il Partito democratico si colloca al 22,5 per cento, 3,4 punti sopra il risultato delle politiche, che era stato uno dei punti più bassi raggiunti da questo partito”. Il M5s è stimato al 13,3 per cento, “oltre due punti sotto il risultato delle elezioni politiche, ma più di tre punti sopra le elezioni europee”. Tra i partiti più piccoli fa un ottimo risultato Avs, “stimata al 6 per cento, oltre due punti sopra le politiche“.

Chi cambia idea (o pensa di poterlo fare)

Il tema della volatilità elettorale “è sempre più rilevante nel comportamento degli elettori”, scrive il sondaggista. “Oggi il rischio di tradimento rimane consistente. Per rimanere ai principali partiti, circa due terzi degli elettori di FdI tiene in considerazione almeno un altro partito per cui potrebbe votare, e questo avviene anche per il 62 per cento degli elettori del Pd. Decisamente più fedeli gli elettori del M5S: è l’unica formazione in cui la maggioranza assoluta non prende in considerazione nessun’altra forza”.

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