E’ qui l’Arena. Viaggio dentro il cantiere di Santa Giulia, il pezzo pregiato delle Olimpiadi in città

Lo scheletro dell’arena coperta più grande d’Italia prende vita giorno dopo giorno. Tra aree interne di svago, 12 spazi per spettatori e la possibilità di ospitare eventi di vario tipo, dallo sport alla cultura. La consegna è prevista per dicembre 2025 e il costo è aumentato di 70 milioni, ma l’ottimismo non si spegne

I pendolari lungo la Tangenziale est vedono crescere la novità da mesi, vicino allo svincolo per via Mecenate. A Milano si sta costruendo l’arena coperta più grande d’Italia, 16 mila posti: dovrà essere pronta per le Olimpiadi Invernali, al via il 6 febbraio 2026. Molti la chiamano “PalaItalia”, altri “Arena Milano Santa Giulia”, dal nome del quartiere in cui sorge e per cui dovrebbe rappresentare il traino di un progetto di rigenerazione urbana portato avanti da LendLease, società immobiliare proprietaria di gran parte dell’area, e da alcuni privati come Esselunga e Cts Eventim. L’azienda tedesca, leader dell’intrattenimento dal vivo e del ticketing, sta erigendo questa struttura ellittica e disposta su tre anelli, per ricordare un anfiteatro antico. Dentro però niente gladiatori, ma cantanti e il loro pubblico. Ma prima i giocatori di hockey, sport ospitato all’Arena per Milano-Cortina (solo il torneo maschile, quello femminile si giocherà a Fiera di Rho). Considerati i progressi dei lavori, Eventim e i suoi partner hanno voluto mostrare a che punto si è arrivati, quali saranno i prossimi passi e chiarire alcuni aspetti.



Se fino a maggio si è lavorato sulle fondazioni (oltre 800 pali di cemento armato profondi 25 metri) e l’occhio umano non poteva cogliere i risultati, durante gli ultimi sei mesi c’è stata l’elevazione delle strutture verticali prefabbricate in cemento armato. Lo scheletro della creatura ha così preso vita ed evoca già un sentore di magnificenza mentre si passeggia tra le impalcature, nell’ora di pausa-pranzo concessa ai quasi 300 operai al lavoro, prossimi ad aumentare quando ci sarà il picco dell’attività. Non manca molto: a breve verranno erette tre colonne provvisorie che serviranno a sollevare la parte inferiore del tetto e le travi per procedere da marzo a issare le facciate esterne, tutte strutture prefabbricate. In ultimo verrà il tetto e la copertura in acciaio. Consegna per dicembre 2025. Senza dimenticare il parcheggio, struttura da 2.750 posti distribuiti su nove piani, di cui tre interrati.



Giammichele Melis di Arup (società specializzata in ingegneria sostenibile), Claudio Guido di In.Pro (studio di ingegneria) e Leandler Bulst dello studio di architettura David Chipperfield snocciolano tempi, cifre, strategie di progettazione e certificazioni. Una novità è la presenza di Populous. Lo studio di architettura americano, rappresentato da Silvia Prandelli, si occupa delle aree interne di svago: sky-box, super-box, lounge-bar, ristorante affacciato sulla piazza esterna di 10 mila mq, speakeasy e zone vip che danno sul catino interno, 12 diversi spazi per spettatori che non si accontenteranno del solo evento.



Il discorso sulla destinazione d’uso tiene banco. La Commissione Impianti Sportivi del Coni, nel suo parere favorevole, ha prescritto però la necessità per l’Olimpiade di una deroga da parte della prefettura e di un’omologazione da parte delle Federazioni Nazionale e Internazionale di hockey. Visto che l’attività sportiva è “temporanea e limitata ad alcuni eventi”, non ci sarebbe il pieno rispetto delle condizioni di visibilità per tutti gli spettatori. Una pratica burocratica in più messa in conto da Eventim, dal momento che la “legacy” dell’opera prevede un futuro utilizzo come struttura per concerti ed eventi culturali. Sport ammesso, a patto che sia per un breve periodo. Come le Olimpiadi, “o le Atp Finals di tennis”, suggerisce Klaus Peter Schulenberg, ad di Cts Eventim. La domanda che gli viene posta più spesso riguarda gli extra-costi: “Sono molto aumentati, ci sono interlocuzioni con il governo e l’amministrazione comunale per ricevere supporto. E’ necessario, perché stiamo accelerando molto per consegnare e pagare l’opera in tempi brevi”. Qui le cifre non circolano, le ultime stime parlano di almeno 70 milioni in più rispetto agli originari 180. “Io però, quando sono nel vostro paese, resto sempre ottimista”, rassicura Schulenberg. Non è il solo a esserlo. Dal Comune alla Fondazione Milano-Cortina, passando per il Coni, il Cio, la federazione di hockey e anche la Nhl, la lega americana più famosa al mondo che vedrà impegnate qui le sue stelle. Emissari hanno visitato il cantiere negli ultimi mesi, manifestando curiosità ed entusiasmo. Non resta che finirlo.

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