Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – Il nostro ministro degli Esteri continua a sostenere che l’Ucraina non può usare le armi italiane per difendersi dall’aggressore attaccando obiettivi militari in territorio russo. Una posizione degna dei pacifisti a senso unico. E caduto finalmente Assad si scopre che voleva legittimare un dittatore sanguinario per rimpatriare anzitempo i rifugiati siriani. Una posizione indegna dell’Italia che non ci fa onore. Pensavo che Tajani fosse un uomo di principi. Ci sono rimasto male.
Bruno Geddo
Al direttore – Caro Cerasa, leggevo l’articolo di Andrea Graziosi che condivido. Mi permetta di aggiungere alcune riflessioni su un tema a me caro. La lotta contro il narcotraffico è una responsabilità condivisa che richiede un impegno condiviso a livello europeo. La natura transnazionale e oligopolistica del mercato della droga, le diverse rotte utilizzate dai narcotrafficanti e l’impatto devastante sulle società europee rendono necessaria una risposta unitaria e integrata. L’Europa è diventata uno dei principali mercati per le droghe illegali. Le reti criminali che operano nel continente sfruttano la libera circolazione e le differenze normative tra i vari paesi per facilitare il loro commercio illegale. Questo rende essenziale un approccio multidisciplinare e armonizzato che coinvolga non solo le forze dell’ordine, ma anche il sistema sanitario, le istituzioni educative e l’intera società civile. Promuovere la ricerca scientifica sulle cause e sugli effetti delle dipendenze, così come sulle strategie di intervento più efficaci, è fondamentale per sviluppare politiche basate su evidenze. Ecco perché condivido quanto scritto da Andrea Graziosi che bisogna rafforzare la dimensione statuale dell’Ue. L’Unione europea deve riconoscere che la lotta alla droga è una responsabilità condivisa che richiede solidarietà e impegno collettivo per difendere i confini.
Andrea Zirilli
Al direttore – L’Anm minaccia sfracelli contro la riforma Nordio e la separazione delle carriere. Se nella passata legislatura quando fu approvata la riforma costituzionale – che amputava la composizione di entrambe le Camere creando seri problemi al loro funzionamento – i parlamentari avessero scioperato bloccando l’attività legislativa, si sarebbe gridato al golpe istituzionale. Ai magistrati, egemonizzati dagli appartenenti alle procure, evidentemente è permesso tutto. Senza alcuna vergogna.
Giuliano Cazzola
Al direttore – Matteo Renzi (e tutti gli altri indagati) prosciolto anche per il caso Open. Ancora un’altra prova, direbbero dalle parti del Pd, che la giustizia, così come nel caso di Stefano Esposito, funziona benissimo.
Luca Rocca
Non è la giustizia a non funzionare, è il circo mediatico-giudiziario che funziona benissimo e che rende spesso l’iter giudiziario solo un inutile orpello, buono per le brevi. Quello che conta è il processo che si celebra sui giornali, non quello che si celebra nei tribunali.