“Prenderemo provvedimenti”, annuncia il senatore, commissario dem in Campania, dopo la denuncia della moglie dell’uomo tesserato “a sua insaputa”. Ma i problemi di tesseramento per il Pd non sono una novità
Tesseramento coatto. Antonio Misiani, il commissario del Pd in Campania, non può che ammettere: “E’ una vergogna”. In provincia di Avellino, i cacicchi dem ne hanno combinata un’altra. Hanno rinnovato la tessera a un uomo, Giovanni Mista, che era ricoverato da mesi. “A sua insaputa”, ha spiegato la moglie, denunciando il misfatto con una lettera pubblicata su un giornale locale – Il Caudino. Misiani fa quel che può: “A loro va che tutta la solidarietà del Pd”, dice al Foglio il senatore, il cui ruolo da commissario è stato rinnovato a fine novembre. “Stiamo facendo tutte le verifiche del caso, procederemo nel più breve tempo possibile, e con rigore. Prenderemo provvedimenti”, assicura l’emissario di Elly Schlein, arrivato nella terra del governatore-sceriffo Vincenzo De Luca proprio per combattere i signori delle tessere. Ma la strada evidentemente è ancora lunga. La questione dei tesseramenti sospetti, d’altra parte, non è un novità. E ritorna quasi ciclicamente, come un deja-vu, specie a ridosso di congressi ed elezioni, e mentre si succedono i commissari mandati da Roma in Campania. Prima di Misiani, nel 2020 era toccato a Francesco Boccia.
La lettera scritta dalla moglie di Mista, il malcapitato protagonista della surreale vicenda irpina, intanto, offre uno spaccato assai poco lusinghiero del Pd di San Martino Valle Caudina – comune peraltro amministrato da un sindaco dem, Pasquale Pisano, recentemente designato al Consiglio nazionale Anci. “Nonostante la nostra famiglia abbia affrontato momenti difficili, qualcuno ha ben pensato di fare la tessera di partito in una sezione di un comune caudino, a mio marito ed altre persone ignare”, ha scritto la donna nella missiva in cui racconta anche le difficili condizioni di salute del marito. Spiega di aver saputo per caso del tesseramento e di aver chiesto delucidazioni, ricevendo tuttavia spiegazioni non proprio convincenti: “Il segretario mi ha detto prima che il nome era stato fatto da un potente amministratore del posto, salvo poi ritrattare dopo pochi minuti, sostenendo che la tessera era stata fatta sulla base delle precedenti, seppur senza alcuna espressione di volontà o adesione”. Non è tutto. Perché, si legge ancora nel documento, gli esponenti del Pd locale “lo volevano far assumere come operaio interinale, mentre lui era in coma, forse per lavarsi la coscienza. Mi hanno chiesto il certificato medico. Tranne poi finire tutto in una presa in giro colossale”. Una beffa dopo l’altra, “comportamenti accattoni” che hanno spinto la moglie dell’ignaro tesserato a volerci veder chiaro, minacciando azioni legali. La lettera si conclude con un eloquente: “Vergognatevi”.
Il caso della Valle Caudina precipita in momento non esattamente sereno per il Pd campano, alle prese con la guerriglia interna portata avanti dal presidente Vincenzo De Luca. Il governatore ha annunciato la volontà di candidarsi per un terzo mandato, nonostante i veti di Schlein, e non perde occasione per cannoneggiare gli esponenti più vicini alla segretaria che orbitano in Campania: lo stesso Misiani oppure Sandro Ruotolo, schierati conto lo sceriffo di Salerno. Una battaglia che ha raggiunto l’apice nelle ultime settimane, quando De Luca ha portato in aula la nuova legge elettorale campana, ma che si trascina da oltre un anno. A febbraio del 2023, in piena fase congressuale, il Nazareno aveva deciso di commissariare i dem campani proprio sulla scia di episodi di finti tesseramenti e presunti brogli in varie province, da Napoli a Salerno, fino a Caserta – dove non a caso fu nominata commissaria l’ex segretaria della Cgil e oggi senatrice del Pd Susanna Camusso (anche lei ha ricevuto la proroga fino al prossimo marzo) per riorganizzare il partito casertano. La stessa Camusso, a riprova del clima che si respira da queste parti, a inizio dicembre ha negato la tessera a Gennaro Oliviero, attuale presidente del Consiglio regionale della Campania. Mentre nel novembre 2021, in questo caso torniamo ad Avellino, proprio negli ultimi giorni utili prima della scadenza per le iscrizioni, si registrarono improvvisamente, in una sola notte, circa 6 mila nuove tessere. Iscrizioni effettuate attraverso i canali digitali e molte delle quali pagate con la stessa carta di credito. Opacità che, dopo le polemiche, spinsero la segreteria nazionale ha sospendere oltre 2500 iscritti. Da allora sono passati i commissari, sono cambiati i segretari. Ma certe dinamiche continuano a tornare. Per Misiani e per Schlein, che della lotta ai cacicchi ha fatto una bandiera, la strada è ancora lunga.