La gaffe di Meloni sul deficit al netto degli interessi e i problemi del bilancio

I lapsus possono capitare. Ma parlando della posizione fiscale dell’Italia nelle comunicazioni alla Camera la premier ha commesso un errore concettuale

Nelle comunicazioni alla Camera sul prossimo Consiglio europeo, a un certo punto Giorgia Meloni ha letto: “Ho incontrato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Abbas…”, facendo una fusione tra Abu Mazen (nome di battaglia) e Mahmud Abbas (nome originale), ma con l’imbarazzante esito di aver chiamato il presidente dell’Anp con il nome del terrorista palestinese che dirottò la nave italiana Achille Lauro e uccise l’ebreo-americano Leon Klinghoffer. Un lapsus che può capitare. Molto più grave, invece, è l’errore concettuale che la premier ha commesso nelle repliche ai parlamentari. In risposta all’intervento di Luigi Marattin, che invitava la presidente del Consiglio a prendere ispirazione dal presidente argentino Javier Milei per tagliare le tasse riducendo la spesa pubblica, Giorgia Meloni ha risposto: “Sono d’accordo sulla detassazione, ma il problema come sa è cercare le coperture. In questo la ricetta di Milei qui è difficilmente applicabile perché l’Italia, e non è solo merito mio, è una nazione che sta in avanzo primario già da tempo”. Tralasciando il fatto che l’idea di Milei – ridurre la spesa per ridurre le tasse – vale comunque e si può applicare, a maggior ragione, nel caso in cui non ci sia un deficit di bilancio ampio, sorprende che la premier non abbia idea della posizione fiscale del paese che governa. Perché l’Italia non è affatto in avanzo primario. Lo ha avuto a lungo – e necessariamente – dagli anni Novanta fino al 2019. Ma dal 2020 l’Italia ha macinato deficit doppi rispetto alla media europea ed è in forte disavanzo primario: dal -6 per cento del 2020 al -3,5 per cento del 2023. Secondo il Piano strutturale di Bilancio firmato dalla stessa Meloni insieme al ministro Giorgetti, l’Italia dovrebbe arrivare al +0,1 per cento di avanzo primario nel 2024. Ma visto che la crescita sarà inferiore alla previsione del governo del +1 per cento, è probabile che l’Italia sarà in deficit primario anche quest’anno. Con il debito in crescita è un problema.

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