Niente aumento di stipendio per i ministri non parlamentari. Ma ci sarà un fondo per i rimborsi

In commissione Bilancio riformulato l’emendamento: niente equiparazione con gli altri ministri mentre vengono stanziati 500 mila euro per le spese di trasferta. Protesta il M5s: “E’ una finta retromarcia”. Cambia anche la cosiddetta norma anti-Renzi, che non riguarderà i componenti del governo

Arriva la retromarcia sull’aumento degli stipendi dei ministri non eletti, inizialmente inserita in un emendamento dei relatori alla Manovra che prevedeva l’equiparazione ai compensi degli eletti in Parlamento. Nella nuova riformulazione ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma non vedranno accrescere i loro guadagni. Ma avranno diritto “al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni”. Contestualmente, a questo scopo, viene istituito un Fondo con una dotazione di 500mila euro annui a decorrere dal 2025.




Ieri, a tarda sera, era stato il ministro della Difesa Guido Crosetto (che avrebbe beneficiato del provvedimento insieme ad altri colleghi come Abodi, Calderone, ma anche Giuli e Piantedosi) a chiedere di rivedere la norma per non dare adito a ulteriori polemiche, dopo le proteste dell’opposizione. “È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull’emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese. È così da oltre due anni e continuerà così fino a fine legislatura. La cosa è giusta? Non penso perché non ha particolare senso che il ministro degli Interni o della Difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto ad un loro sottosegretario, ma non è mai importato finora, né a me né ai miei colleghi. Per questo motivo abbiamo chiesto ai relatori di ritirarlo ed evitare inutili polemiche. Quello che non sarebbe comprensibile per nessuna altra professione e cioè che due persone che fanno lo stesso lavoro, nella stessa organizzazione, abbiano trattamenti diversi, per chi fa politica deve essere messo in conto”.




I lavori in Commissione sono andati avanti per tutta la notte, fino alla riformulazione di questa mattina. Che, tuttavia, non ha fermato le rimostranze delle forze di minoranza. In particolare quelle del M5s, che con Chiara Appendino è tornato all’attacco: “Si vergognano a tal punto di questo aumento dello stipendio per i ministri, che stanno provando a ingannare i cittadini arrampicandosi sugli specchi e difendendo l’indifendibile”, ha detto l’ex sindaca di Torino, parlando di una finta retromarcia. “Nel bilancio dello Stato, da ora e per sempre, entra un fondo da 500mila euro l’anno, che oggi può significare 2.500 euro in più al mese per gli attuali ministri non eletti, domani chissà”.




L’emendamento modificato verrà messo ai voti, sempre in commissione Bilancio alle 15. Nel frattempo, è stato anche chiesto il ritiro, da parte del Governo, dell’emendamento che prevedeva l’aumento dell’1,8 per cento per i pedaggi autostradali nel 2025.



Insieme alla proposta sugli stipendi dei ministri è arrivata anche la modifica all’emendamento cosiddetto anti-Renzi, quello che vietava ai parlamentari la possibilità di ottenere compensi superiori al 50 mila euro nel caso in cui provenissero da società con sede all’estero. Nella nuova riformulazione, che non riguarda i componenti del governo, si prevede che i presidenti di Regione e delle province autonome di Trento e Bolzano e i parlamentari, “fatta eccezione per coloro che sono stati eletti all’estero, non potranno accettare, durante il proprio mandato, contributi, prestazioni, controprestazioni o altre utilità erogati, direttamente o indirettamente, da parte di soggetti pubblici o privati, anche mediante interposizione di persona o di società o enti, non aventi sede legale e operativa nell’Unione europea o paesi dello spazio economico europeo”. Il divieto, viene aggiunto, “non si applica in caso di preventiva autorizzazione degli organi di appartenenza” e solo “nel caso in cui il compenso percepito non sia superiore a 100 mila euro all’anno”

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