Se si vuole blandire l’elettorato, è facile sostenere che i politici sono tutti degli arraffoni, ma perché dovrei farmi governare da uno che non dà valore al proprio lavoro?
Mettiamola così: chi governa deve saper fare scelte non solo impopolari, che è il minimo, ma perfino controintuitive, benché sia più difficile. Prendiamo ad esempio il famigerato aumento agli emolumenti dei ministri. Appare ovvio che, se si vuole blandire l’elettorato, è molto più facile sostenere che i ministri già guadagnano tanto, sottintendere che i politici sono tutti degli arraffoni, insinuare che quelle poche migliaia di euro potevano essere suddivise per distribuire soldi a pioggia alle classi meno abbienti (anche se poi si sarebbe trattato di qualche centesimo ciascuno) e lamentare che, signora mia, di questo passo chissà dove andremo a finire.
Però, detto francamente, io non so se voterei per qualcuno che venisse a dirmi che non bisogna dare soldi a chi governa: perché dovrei farmi governare da uno che non dà valore al proprio lavoro? Sono invece disposto, dispostissimo, a votare per chi arriva e mi dice che il suo lavoro vale molto, che è preparatissimo a farlo, che ha delle idee geniali, che come lui non c’è nessuno, e che per questo dobbiamo riempirlo di denaro per garantirci i suoi servizi. Basta che poi, se si rivela incapace, ci restituisca tutto fino all’ultimo euro.