Lagarde offre segnali di ottimismo comunicando in l’inizio di una nuova fase di politica monetaria dicendo che “i giorni più bui dell’inverno sembrano essere alle nostre spalle”. E proietta l’Eurotower verso una stagione di tassi bassi
“La direzione è chiara, prevediamo ulteriori tagli dei tassi, i giorni bui sono alle spalle”. Ce ne ha messo di tempo la presidente della Bce, Christine Lagarde, per decidere di trasmettere un messaggio d’ottimismo dopo la decisa stretta monetaria del 2022 e del 2023 e l’avvio della riduzione del costo del denaro col contagocce nel 2024. Nel discorso pronunciato a Vilnius, in occasione del decimo anniversario dell’ingresso della Lituania nell’area euro, Lagarde ha vestito i panni della “colomba” comunicando in modo chiaro l’inizio di una nuova fase di politica monetaria dicendo che “i giorni più bui dell’inverno sembrano essere alle nostre spalle”. E la ragione è che l’ambiente è cambiato in tre modi importanti che “aumentano la nostra fiducia nel ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo”. I cambiamenti riguardano: il percorso dell’inflazione, gli choc che la guidano e i rischi associati. Chissà perché queste cose Lagarde non le ha dette dopo l’ultima riunione del board di Francoforte che ha ridotto i tassi “all’unanimità” di solo un quarto di punto. In quell’occasione, la numero uno dell’Eurotower ha continuato a manifestare una certa prudenza pur avendo rimosso dal comunicato ufficiale il riferimento alla necessità di una politica restrittiva. Le sue parole erano sembrate più conservative del necessario soprattutto per il fatto di continuare a non voler fornire indicazioni prospettiche. Dire oggi che la direzione della Bce “è chiara”, riferendosi a futuri tagli che a questo punto sono sicuri salvo choc esterni, rappresenta, invece, un modo per orientare le aspettative degli investitori e dei privati cittadini. Una sorta di “guidance” più soft di quella canonica. Sarà che sarebbe apparso stonato un messaggio di politica monetaria più blindato a Vilnius dopo che Draghi da Parigi ha ammonito di nuovo l’Europa sulla crescita invitando gli stati a investire 700 miliardi in sette anni, ma Lagarde è un po’ come se avesse voluto dire che la Bce, una volta che ha messo sotto controllo i prezzi, è pronta a fare la sua parte per risollevare l’economia.