Orlando (Pd) si dimette dal Parlamento e sceglie la Liguria. Entra Pandolfo

Quattro volte ministro, eletto per la prima volta nel 2006, lascia la Camera per occuparsi dell’opposizione a Marco Bucci in regione. Per Schlein seguirà comunque le politiche industriali

Via dalla Camera, resta in Liguria, in consiglio regionale. Andrea Orlando ha deciso: si dimetterà da deputato. L’annuncio, come anticipato dal Foglio, è arrivato con un video sui social in giornata.




“È stata la prima idea che ho avuto all’indomani delle elezioni e tuttavia in molti, a partire dalla segretaria nazionale, mi hanno chiesto di riflettere, di pensare sull’opportunità di rimanere in Parlamento, per dare un contributo importante alla battaglia a livello nazionale”, ha spiegato l’ormai ex parlamentare dem – sconfitto alle regionali liguri da Marco Bucci per 8 mila voti, e nonostante i 13 mila preferenze in più rispetto alle liste che lo sostenevano. “Credo che sia importante proseguire la battaglia che ho iniziato candidandomi alla guida della regione Liguria, contro una destra arrogante, che non sa fare i conti con i limiti e le opacità delle esperienze precedenti, che rischia di compromettere il futuro della nostra regione, soprattutto delle nuove generazioni”.

La prima volta che Orlando venne eletto in Parlamento era il 2006: una lunga carriera, diciotto anni, che lo ha portato a ricoprire il ruolo di ministro con i governi Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi. Quattro volte a capo di un ministero (Ambiente, Giustizia, Politiche per il lavoro), Orlando riparte dalla Liguria dove con ogni probabilità sarà il regista della prossime comunali a Genova. “Non sarà un percorso semplice, ma non dobbiamo perderci d’animo. Ne parleremo venerdì 20 al Teatro di Stradanuova per definire un percorso che consegni questo patrimonio a chi dovrà intraprendere la sfida per le prossime elezioni comunali a Genova”, ha aggiunto l’ex ministro in un altro passaggio.




Al posto di Orlando, entrato alla Camera nel 2022 nel listino bloccato, entrerà Alberto Pandolfo. La segreteria del Pd Elly Schlein gli ha chiesto comunque di coordinare il forum Politiche industriali Pd per Progetto per l’Italia.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d’autore.

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