Kallas: “I vertici diplomatici dell’Ue a Damasco, non possiamo lasciare un vuoto”

L’Alta rappresentante degli Affari esteri ha riferito che bisogna discutere con la nuova leadership della Siria per avere un paese stabile, pacifico e con un governo inclusivo. Intanto il Qatar annuncia la riapertura della sua ambasciata dopo tredici anni

I vertici diplomatici dell’Unione europea sono stati incaricati di stabilire contatti “con la nuova leadership siriana e la gente del posto” a Damasco. Lo ha dichiarato l’Alta rappresentante Ue degli Affari esteri Kaja Kallas, al suo arrivo al Consiglio dell’Unione europea per gli Affari esteri previsto per oggi. L’ex prima ministra dell’Estonia ha riferito che incontrerà i rappresentanti delle nazioni arabe “così come la Turchia e gli Stati Uniti per discutere i principi di impegno con la nuova leadership della Siria e cosa ci si aspetta da loro. Penso che sia importante che gli attori regionali e gli attori internazionali vedano il quadro allo stesso modo, che questo paese possa essere stabile, pacifico e con un governo inclusivo”. Dopo 54 anni di regime della famiglia Assad, conclusi con la fuga dell’ex presidente in Russia sotto la protezione da Vladimir Putin, l’Alta rappresentante è convinta che “la Siria affronta un futuro ottimista, positivo, ma piuttosto incerto, e dobbiamo assicurarci che vada nella giusta direzione”.

Kallas ha poi spiegato che nel Consiglio Affari esteri di oggi si discuterà su “come dialogare con la nuova leadership in Siria e a quale livello”. L’apertura da parte di Bruxelles arriva dopo che Stati Uniti e Regno Unito hanno già contattato le nuove autorità di Damasco, che hanno la leadership nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts), considerata un’organizzazione terroristica da diversi stati. “Non possiamo lasciare un vuoto”, ha poi aggiunto la responsabile della politica estera Ue, ammettendo che in seno all’Unione ci sono paesi che stanno spingendo per avviare legami con la Siria del dopo Assad, mentre altri sono più cauti riguardo alle aperture ai gruppi islamisti che stanno facendo dichiarazioni di moderazione.

L’urgenza di intervenire in Siria si giustifica con le notizie che arrivano dal medio oriente: il ministro degli Esteri qatariota Al Thani ha annunciato “la ripresa delle attività della sua ambasciata nella sorella Repubblica araba siriana a partire da dopodomani, martedì” aggiungendo che il ritorno dopo una pausa di tredici anni è “un’espressione della posizione di principio dello stato del Qatar nei confronti della rivoluzione del popolo siriano”.

Anche l’Iran ha annunciato, tramite l’ambasciatore Hossein Akbari, che la sua ambasciata riprenderà presto le attività dopo essere rimasta chiusa in seguito alla caduta dell’ex presidente: “Il nostro obiettivo è riprendere le attività dell’ambasciata il prima possibile. I gruppi che controllano ora la Siria hanno espresso la loro disponibilità a fornire le garanzie necessarie per la sicurezza dell’ambasciata e delle sue attività correlate”.

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