Mosca vuole Kyiv al buio, ma gli ucraini sanno stare senza elettricità

Il Cremlino sferra 94 missili e 194 droni sulle infrastrutture energetiche ucraine. Il paese affronterà un inverno difficile, ma resisterà, anche se con blackout quotidiani, candele e generatori portatili

Kyiv. Nelle prime ore di ieri la Russia ha sferrato uno dei più potenti attacchi missilistici contro la rete elettrica ucraina. Si tratta del dodicesimo attacco contro infrastrutture energetiche nel 2024, questa volta Mosca ha lanciato 94 missili e 194 droni. Nel cielo ucraino sono arrivati missili di vari tipi: 4 missili Kinzhal, due Iskander-M, 55 X-101 e X-55SM, 24 Kalibr, un KN-23 e 7 missili Iskander-K.



L’Ucraina è riuscita ad abbattere 80 missili da crociera, uno balistico e 80 droni. Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che 11 missili da crociera sono stati distrutti grazie ai caccia F-16, ora in dotazione all’esercito ucraino. Tuttavia, la Russia è comunque riuscita a causare danni significativi. La più grande compagnia energetica privata, Dtek, ha riferito che le sue centrali termiche e le apparecchiature sono state danneggiate dall’attacco. Le autorità locali della regione di Ivano-Frankivsk hanno confermato colpi su infrastrutture critiche, mentre sono stati segnalati danni anche nelle regioni di Leopoli e Ternopil. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, cinque dei nove reattori delle centrali nucleari ucraine hanno ridotto la loro potenza. Il ministero della Difesa russo ha definito l’attacco una risposta al bombardamento dell’11 dicembre scorso contro una base aerea militare russa a Taganrog, effettuato con missili americani Atacms. Per l’intera giornata di ieri in tutta l’Ucraina sono stati aggiornati i programmi di blackout.

A Kyiv l’elettricità manca già quotidianamente per 7-8 ore, e già prima di questo attacco, bar e uffici si erano dotati di generatori, mentre i cittadini avevano fatto scorta di candele o generatori portatili. Ma la situazione potrebbe peggiorare in diverse città a seconda dei danni. Oleksiy Ryabchyn, ex viceministro dell’Energia e della protezione ambientale, dice al Foglio che la Russia persegue diversi obiettivi con questi attacchi: mira a provocare un blackout totale che porti al collasso economico dell’Ucraina e a interrompere la produzione di armamenti. “E’ anche un colpo al morale della popolazione: persone stanche di problemi quotidiani possono essere più facilmente spinte a negoziare”. Tuttavia, poiché la Russia ha iniziato a colpire il sistema energetico già all’inizio dell’anno, Kyiv, con il supporto dei partner occidentali, ha adottato numerose misure per ridurre gli effetti. Sono stati acquistati trasformatori e attrezzature che consentono di stabilizzare la situazione nel giro di poche settimane. “La seconda misura è la generazione decentralizzata”, ci dice l’esperto: “Invece di una grande centrale elettrica, ora ne stiamo creando cento piccole”. Ciò rende più difficile per la Russia distruggere l’intero sistema energetico ucraino, aumentando anche i costi per Mosca. Se l’occidente aiuterà ulteriormente a rafforzare la difesa aerea ucraina, gli obiettivi dell’esercito russo non verranno raggiunti, assicura Ryabchyn. L’Ucraina affronterà un inverno difficile, ma resisterà, anche se con blackout quotidiani. “Gli ucraini si sono già abituati a vivere senza elettricità per determinati periodi”, sottolinea.



Alla vigilia dell’insediamento di Donald Trump, che promette di porre rapidamente fine alla guerra in Ucraina tramite negoziati, la Russia cerca di migliorare il più possibile le proprie posizioni sul campo di battaglia. Questa settimana la situazione è notevolmente peggiorata intorno alla città di Pokrovsk, dove vivono ancora 11.000 dei 60.000 abitanti prima della guerra. La città è priva di riscaldamento e questa settimana è stata interrotta la fornitura di gas. L’esercito russo si trova ormai a 3 chilometri dal centro nella regione di Donetsk. A causa dell’avvicinamento della linea del fronte, una delle più grandi miniere di carbone ucraine, situata vicino a Pokrovsk, ha parzialmente sospeso le operazioni.



Zelensky ieri ha scritto sui suoi account ufficiali che se i leader mondiali temono di reagire o si abituano al terrore, Putin lo interpreta sempre come un permesso di continuare. “Le parole non fermano Putin – serve una forza che porti la pace. Una forza che non abbia paura del proprio potere di fermare il male”.

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