Budanov come Israele: il nemico va affrontato ovunque. Le voci e la rilevanza di un intervento di Kyiv al fianco dei ribelli
In Ucraina c’è un uomo di poche parole e molti sorrisetti che in questi mille giorni inoltrati di guerra ha fatto innervosire e tremare russi e americani insieme, per ragioni molto diverse tra loro. Questo silenzioso ed enigmatico funzionario di Kyiv è il capo dell’intelligence ucraina (Gur), Kyrylo Budanov. Di lui i russi temono che possa arrivare ovunque, mentre gli americani sono convinti che dietro alla maggior parte delle operazioni non autorizzate da Washington ci sia lui e che non basti un secco “no” per fermarlo. Il nome di Budanov è rispuntato fuori ieri assieme alle indiscrezioni di una presunta collaborazione tra gli ucraini e Hayat Tahrir al Sham (Hts) nella regione di Idlib. Gli ucraini avrebbero portato ai ribelli di Muhammad al Julani alcuni prototipi di drone da usare contro l’esercito del regime e i suoi alleati russi e siriani, avrebbero condiviso nozioni sulla costruzione e sulle potenzialità. Secondo il Washington Post i numeri sarebbero irrisori: venti operatori della squadra Khimik (Chimico) del Gur avrebbero portato centocinquanta velivoli. Gli ucraini si sono dimostrati maestri nell’assemblaggio dei droni, sono riusciti a mettere in piedi sul territorio nazionale una produzione ferrata da cui hanno ottenuto modelli in grado di arrivare fino a Mosca e colpire il Cremlino.
Gli uomini di Hts avevano già una loro dimestichezza con i droni, hanno costruito ben prima dell’aiuto di Kyiv gli Shaheen con cui sono stati in grado di colpire oltre le linee nemiche e avanzare. Le attività della squadra Khimik in Siria però, secondo il Kyiv Post, non si limitano alla collaborazione con i ribelli sui droni, ma nei mesi scorsi gli ucraini avrebbero anche colpito alcune basi russe, e le azioni sul territorio siriano vanno considerate in aggiunta a quelle in Africa contro le milizie mercenarie russe della Wagner. Budanov ha capito che per far male a Mosca, l’Ucraina non si sarebbe dovuta limitare a rispondere e difendersi, ma avrebbe dovuto inseguire i suoi soldati e i suoi mercenari ovunque: in Russia, ovviamente, ma anche in Sudan, in Mali o in Siria. Budanov pronunciò la sua minaccia con chiarezza: raggiungeremo il nemico in qualsiasi parte del mondo. A lui e alle sue unità sono attribuite, ma non confermate, molte delle operazioni più misteriose che si sono succedute dall’inizio dell’attacco russo contro l’Ucraina: l’assassinio di Daria Dugina a Mosca, il camion esploso sul ponte di Kerch, il sabotaggio del Nord Stream 2 e poi la costruzione di una rete molto più vasta di missioni in tutti i territori in cui operano gli uomini di Mosca. Quando il Kyiv Post aveva pubblicato le prime notizie sul coinvolgimento del Gur in Siria, le reazioni da parte di Mosca erano state di due tipi: i blogger militari russi avevano minimizzato, la politica aveva invece denunciato l’ingerenza di Kyiv negli affari di Mosca.
La caduta del regime di Assad non è avvenuta grazie all’aiuto che l’Ucraina può aver fornito ai ribelli di al Julani: erano armati, motivati e organizzati e sapevano di combattere in un contesto favorevole alla loro avanzata, contro un esercito corrotto sostenuto da due alleati, la Russia e l’Iran, distratti. L’Ucraina ha però capito che andare a inseguire, infastidire, attaccare i russi ovunque è il modo migliore per mostrare la sua rilevanza, presentarsi a potenziali nuovi alleati, a volte ingrandire le sue potenzialità.
Budanov non rivela mai fino a che punto può agire la forza di Kyiv, lo lascia intuire, intravedere e in questi anni è riuscito a costruire il mito di una intelligence fino a poco prima sconosciuta e adesso invece in grado di arrivare molto lontano. Il capo del Gur ha studiato le operazioni israeliane, non ne ha mai fatto mistero, da quando in alcune sue interviste si è fatto filmare con i libri di Ze’ev Zabotinski tra gli scaffali della sua scrivania. Zabotinski era di Odessa, figura importante del sionismo era convinto che per smettere di essere perseguitati gli ebrei dovessero iniziare a essere temuti e con simile previsione, Budanov ha iniziato ad aprirsi delle strade che permettessero agli ucraini di non ridursi soltanto alla difesa del loro territorio, ma di dimostrarsi capaci di tutto.
In Siria si sono concentrati gli stessi schieramenti dei conflitti in Ucraina e in medio oriente attorno a Israele. Russia e Iran sostenevano il dittatore crollato Bashar el Assad, ucraini e israeliani hanno lavorato per indebolire i maggiori alleati del regime.