Ora la parola definitiva torna alla Corte costituzionale che dovrà decidere entro il 20 gennaio. “Il governo si fermi e recuperi credibilità” dice Elly Schlein. Zaia: “Dovete ancora trovare i voti”
“Nessuno smacco per il governo”, dice il presidente del Senato Ignazio La Russa a proposito del pronunciamento della Cassazione in merito all’Autonomia differenziata. La Corte infatti ha ritenuto legittima la richiesta del referendum per l’abrogazione totale della legge Calderoli. L’ordinanza è arrivata dopo aver letto le motivazioni della Consulta sulla decisione di ritenere “non fondata” la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia delle regioni ordinarie, considerando invece illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. Ora la parola definitiva torna alla stessa Consulta, che dovrà decidere per l’ammissibilità entro il 20 gennaio. E’ caduto invece il quesito presentato dai consigli regionali di Campania, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e Toscana che avevano chiesto l’abrogazione parziale proprio perché su questo è già intervenuta la Corte Costituzionale.
“Crediamo che dopo la pronuncia della Corte costituzionale che ha smontato l’Autonomia bisognerebbe che il governo si fermasse, che fermasse i negoziati e che abrogasse questo testo, per recuperare credibilità dopo lo strafalcione che hanno fatto presentando una riforma che la Corte ha smontato”, commenta la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Anche la presidente della Sardegna, la pentastellata Alessandra Todde, è soddisfatta: “Noi abbiamo combattuto in prima fila per difendere la specialità della Sardegna e per opporci a una legge iniqua che spacca l’Italia e aumenta le disuguaglianze”.
Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli esulta: “È una decisione importante contro una legge che indebolisce l’unità nazionale. Settori come sanità, scuola e infrastrutture non possono essere frammentati. L’autonomia differenziata non può essere uno scambio politico per altre riforme come il premierato. Questa legge non serve al Paese, ma solo a portare avanti interessi di parte, a discapito dell’unità e dell’uguaglianza tra i cittadini”.
Chi non è d’accordo con la decisione della Cassazione è il presidente del Veneto Luca Zaia, che si dice pronto ad andare avanti. “Noi andiamo avanti. Siamo capofila assieme alla Lombardia, la Liguria e il Piemonte anche su questo fronte”. Parlando in consiglio regionale, il leghista getta il guanto di sfida al centrosinistra: “Oggi abbiamo una novità, pare che ci sarà un referendum. Ora però avete un problema cioè quello di trovare i voti”.