Con la “legge bavaglio” sono vietati i virgolettati, però se a qualcuno scapperà la penna, nessuno avrà da ridire. Varare norme che non prevedono sanzioni è solo un segno di debolezza
Sorvegliare e non punire, un binomio contraddittorio che avrebbe mandato ai matti anche Michel Foucault. O per dirla in italiano, la celebre inutilità delle “gride” manzoniane. Nonostante gli strilli scomposti dell’opposizione (per i post grillini è “il sogno di Berlusconi che si realizza”), quelli fuori misura della Fnsi (“Così protetti delinquenti e colletti bianchi”) e quelli della stampa abbonata al circo mediatico-giudiziario (l’eterna “legge bavaglio”), il cosiddetto decreto “Anti gogna” “riguardante la presunzione di innocenza” ha una particolarità davvero assurda: pone dei divieti, ma non prevede sanzioni per nessuno. Dunque sarà vietato pubblicare per intero o per estratto tutti i provvedimenti che incidono sulla libertà personale, mentre resta la possibilità per il giornalista di raccontarne il contenuto, senza riportare virgolettati. Però “il bavaglio c’è ma per finta”, come ha scritto persino il Manifesto. Infatti dopo giorni di discussione, e per prudenza evidentemente tattica, il governo ha eliminato dal decreto ogni tipo di sanzione per chi trasgredirà alle nuove norme.
Vietati i virgolettati, però se a qualcuno scapperà la penna, nessuno avrà da ridire. Il risultato paradossale è, per prima cosa, l’ennesima conferma della inconsistenza e contraddittorietà del governo sui temi della giustizia: da un lato il continuo inasprimento di pene e reati, dall’altro l’incapacità di rendere operative le norme. Stavolta poi il pasticcio è sul fronte del tanto proclamato, almeno da Nordio, garantismo: un provvedimento che rispecchia le normative europee e il contenuto della riforma Cartabia viene svuotato di senso. Ma soprattutto, approvare una norma senza sanzioni annesse significa sminuire l’autorità di chi la promulga ed equivale a un via libera di fatto per ogni trasgressione. Un risultato davvero assurdo. In più, e ciò nonostante, il presunto decreto Anti gogna” viene attaccato dagli avversari come si trattasse di una vera “stretta sulla cronaca giudiziaria”. La beffa.