Il capogruppo del Carroccio: “Al suo evento a Marina di Grosseto c’erano 150 persone”. L’europarlamentare si rifugia da Fedez, l’arcinemico di Salvini. Storia di una rivoluzione ancora rimandata
Due associazioni che non si amano e in concorrenza fra loro. Un continuo stare alla finestra, da “indipendente” della Lega, che inizia a perplimere le truppe d’assalto. A forza di stare dietro la collina l’eurogenerale Roberto Vannacci rischia di perdere appeal. Ecco perché è costretto a stupire, a produrre comunicazione e titoli per i siti online. Se non basta il calendario 2025 con la campionessa Paola Egonu da sfottere in un fumetto sui tratti somatici, ecco l’abbraccio con Fedez, l’arcinemico di Matteo Salvini, che gli propone in diretta podcast di fumare una cannetta. Situazionismo e libertà, aspettando tempi migliori. Vannacci si muove, ma alla sua maniera. Sembra girare su se stesso in un cerchio di voluta ambiguità. E così il 20 dicembre sarà ad Arezzo, per una cena di auguri organizzata dal suo movimento “Il mondo al contrario”, nel giorno in cui ci sarà a Palermo la sentenza del processo Open Arms di Salvini.
Una mancanza di attenzioni, che sarà sicuramente spiegata e mitigata dall’eurodeputato, nei confronti del grande capo, alle prese con un calendario non proprio facile: nel fine settimana il fatale congresso della Lega in Lombardia, rigorosamente a porte chiuse, poi l’ultimo atto del processo che lo vede imputato con una richiesta di sei anni di reclusione. Forse è tutto un equivoco, forse lo strategico attendismo vannacciano, abilissimo con le parole a non esporsi mai fino a una rottura, è un bluff. Di sicuro gli uomini di Salvini iniziano a tirare un sospiro di sollievo, non credono che il generale abbia più la forza di creare qualcosa fuori dalla Lega e nemmeno di dare così tanto fastidio da dentro.
Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera, l’altro giorno commentando l’evento dello scorso 23 novembre a Marina di Grosseto, quello che doveva suggellare la nascita del movimento politico “Il mondo al contrario”, ha commentato con un pizzico di ironia: “Non erano tantissimi, se si pensa che da tutta Italia si sono radunate 150 persone. Non so quali siano le intenzioni di Vannacci, essendo indipendente non risponde alle indicazioni politiche della Lega e del gruppo parlamentare. Per adesso ha garantito che non vuole fare un altro partito, non ho motivo di dubitare delle sue parole”.
Il tenente colonnello Fabio Filomeni, presidente del movimento che prende il nome dal libro bestseller ed ex camerata, inizia ad ammettere che al momento gli iscritti all’associazione che dovrebbe diventare politica e non più culturale non sono trentamila, ma poco più di 1.500. Che arrivano a diecimila con le adesioni sul sito, che lasciano il tempo che trovano. E’ tutto un bluff? Vannacci sembra divertirsi e ha capito che l’importante è essere percepito in movimento, continuamente in movimento. E allora eccolo a un convegno sulla guerra in Ucraina e i rapporti con la Russia, per scavalcare Salvini, con Gianni Alemanno (ora segretario nazionale del Movimento Indipendenza), il generale Francesco Cosimato (presidente Centro Studi Sinergie) e gli ex diplomatici Bruno Scapini (responsabile esteri Democrazia sovrana e popolare), Marco Carnelos (ceo MC-Geopolicy). Piccoli eventi, molto colore, e poco più. Vannacci ha capito alla perfezione come si fa notizia e, stile Salvini in modalità Capitano, si butta su tutte le palle. Ne è la riprova il caso Romania, paese della moglie Camelia, e il battage su TikTok per Calin Georgescu, candidato di destra estrema, molto discusso, che strizza l’occhio a Mosca. Salvo gridare al colpo di stato contro l’annullamento del voto a favore del candidato filoputiniano, tema poi cavalcato da Salvini, seppur con un notevole ritardo. I due giocano a nascondino, ma scommettono sulle reciproche debolezze. E alla fine dunque si reggono a vicenda, almeno così pare. Anche perché il mondo vannacciano è diviso e in competizione. In alternativa e non sovrapponibile al “Mondo al contrario” c’è “Noi con Vannacci”, altra associazione affascinata dal generale creata dall’ex senatore della Lega Umberto Fusco che sta facendo proseliti in giro per l’Italia, soprattutto al centro e nord fra i salviniani delusi, ex parlamentari che non sono stati ricandidati e che assistono al rimpicciolirsi, a favore di Fratelli d’Italia, della presa elettorale della Lega. Da queste parti, finora, sono trecento. Poi dal prossimo anno inizieranno anche qui con i tesseramenti, convinti di strappare amministratori locali al centrodestra. Piccole guerre di posizione, con il generale che continua a muoversi, tra Fedez e una sbicchierata di Natale, una canna negata e un appoggio convinto al candidato putiniano estromesso. Così l’assalto a Salvini può aspettare, un po’ come la rivoluzione di Gaber: oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.