I tech bros si aspettano una massiccia deregulation sulle valute digitali. Per il ricercatore del Mit di Boston Christian Catalini “una maggiore chiarezza normativa permetterà finalmente alla tecnologia di avere un impatto più significativo sulla società e sull’economia”. Ma al Congresso c’è ancora confusione sull’integrazione della finanza con la tecnologia
Nella giornata di mercoledì il bitcoin è arrivato a valere 100 mila dollari. L’esplosione record della principale cryptovaluta è dovuta in gran parte all’elezione, un mese fa, di Donald Trump. Perché? L’abbiamo chiesto a Christian Catalini, fondatore del Cryptoeconomics Lab al Mit di Boston. “C’è un ampio ottimismo riguardo al settore dopo anni di battaglie legali contro di esso”, dice Catalini. “E’ chiaro che sta arrivando una maggiore chiarezza normativa, e questo permetterà finalmente alla tecnologia di avere un impatto più significativo sulla società e sull’economia”. In molti si aspettano che Trump, che ha ricevuto ampio sostegno dai tech bros della California – Elon Musk ha investito nelle elezioni più di 250 milioni di dollari – dia il via libera con una massiccia deregulation, rendendo mainstream le valute digitali. Il presidente Joe Biden, in carica fino a gennaio, nel 2022 ha firmato un ordine esecutivo per la regolamentazione delle valute digitali ma poi, con il fallimento del sito di scambio di cryptovalute Ftx del filodemocratico Bankman-Fried, ha messo il freno a mano. Negli ultimi due anni il mondo dei crypto boys si è avvicinato a quello trumpiano, e viceversa, grazie anche all’intermediazione del prossimo vicepresidente millennial J. D. Vance, amico della Silicon Valley. Con Trump l’industria subodora un’epoca d’oro, ma molti hanno ancora paura della volatilità delle crypto.
Ci dice Catalini che “una più ampia adozione del bitcoin non rappresenta però una minaccia per il dollaro statunitense. Tuttavia, una regolamentazione adeguata del settore crypto consentirà all’industria di crescere negli Stati Uniti. Ci sono forti parallelismi con ciò che gli Stati Uniti hanno fatto nei primi giorni di internet, ed è per questo che oggi la maggior parte dei giganti tecnologici è fatta di aziende americane. La crypto diventerà meno volatile con una maggiore adozione istituzionale. Se si osserva il prezzo del bitcoin su una scala logaritmica, si nota che, al di là delle oscillazioni selvagge, il valore è aumentato costantemente nel tempo. Questo riflette il percorso tipico di una curva a S di adozione tecnologica”. Un senatore del Wyoming ha proposto una legge che permetta al dipartimento del Tesoro di comprare una riserva di 1 milione di bitcoin. A Capitol Hill però c’è ancora confusione, come con l’intelligenza artificiale e altre tecnologie arrivate forse troppo in fretta, e quindi remore a vedere un’integrazione finanziaria col settore.
Trump, che si è dimostrato spesso scettico sulle valute digitali – nel 2021 aveva detto che erano una minaccia per il dollaro – da presidente eletto ha annunciato che nominerà l’ex di Paypal David Sacks, amicone di Musk, come “zar delle crypto e dell’intelligenza artificiale”. In molti vedono un ingresso delle crypto nella finanza anche a livelli governativi. Il professore del Mit ci dice che è plausibile che gli Stati Uniti possano istituire una riserva di bitcoin, “principalmente come mossa strategica per dimostrare il loro impegno verso questa nuova industria. Non penso che ciò rappresenti una minaccia per la stabilità del dollaro, ma potrebbe invece accelerare l’adozione del bitcoin come riserva di valore a livello globale. Il bitcoin si comporta come l’oro, quindi è naturale aspettarsi ulteriori e significativi ribassi durante il percorso di adozione crescente. Sebbene nel breve termine ci possano essere turbolenze, nel lungo termine l’evoluzione sarà caratterizzata da un apprezzamento continuo del prezzo fino a quando il mercato non raggiungerà la saturazione per questo asset. Nessuno può prevedere con certezza il punto di svolta, ma è evidente che, se il Bitcoin dovesse sostituire l’oro come riserva di valore alternativa, ci sarebbe ancora un margine significativo di crescita”.
Secondo Kevin Werbach, che ha lavorato con Bill Clinton e Barack Obama e ora insegna all’Università della Pennsylvania, l’aumento del bitcoin è come una premonizione dello sviluppo crypto. E, parlando col Foglio, ricorda che non tutti i tech bros sono uguali. Molti tra quelli che hanno appoggiato la campagna trumpiana, “come Marc Andreessen, sono dei venture capitalist che hanno investito in aziende di crypto e in valute digitali. Altri semplicemente credono che le regole in atto blocchino un’innovazione tecnologica importante. Altri ancora vorrebbero vedere la finanza più decentralizzata e una maggiore libertà dal governo nella gestione delle valute”. La tecnologia blockchain, usata per disintermediare interazioni di varia natura, consentendo potenzialmente di liberarsi delle banche e di altre istituzioni finanziarie, ci dice Werbach, ha bisogno di un sistema normativo che la regoli se vogliamo integrarla col sistema esistente: “Probabilmente serviranno delle leggi da parte dell’Amministrazione Trump anche per promuovere un mercato di asset digitali”, regolare per deregolare. E, continua Webach, ci sono dei rischi di sicurezza, “per attività criminali usando asset digitali, o potenziali destabilizzazioni del sistema bancario”.
Altri, scettici, pensano che si possano facilitare truffe e frodi, oltre che il riciclaggio. Ma, rassicura Catalini “è una convinzione ormai superata risalente ai primi giorni del settore crypto. Oggi, le criptovalute offrono alcuni degli strumenti più avanzati per tracciare il riciclaggio di denaro e i crimini finanziari. Poiché le transazioni avvengono su ledger pubblici, risultano molto più facili da analizzare su larga scala”. Tra i possibili benefit si parla di investimenti. “Sì – dice Catalini – le startup possono progettare nuovi ecosistemi utilizzando criptovalute native. Si tratta di un approccio innovativo per avviare attività economiche, raccogliere fondi e attrarre contributi fondamentali in termini di risorse, talento e altro ancora. Bitcoin ha stabilito una riserva di valore globale, Ethereum una rete globale per il calcolo. Vedremo sempre più esempi di questo tipo, e le startup stanno cogliendo queste opportunità per costruire il futuro, inclusa l’intelligenza artificiale”.