L’Agenzia delle entrate manda 700 mila email per il concordato. Lega: “Strumento intimidatorio”

Su iniziativa del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, imprenditori e professionisti sono stati invitati a rivedere la propria dichiarazione dei redditi. Contrario il Carroccio: “Si snatura uno strumento nato per stabilire un patto di lealtà tra contribuente ed Erario”

Per la Lega “si snatura uno strumento nato per stabilire un patto di lealtà tra contribuente ed Erario” e quindi il partito di Salvni “non condivide né lo spirito né l’obiettivo di una simile comunicazione”. La nota del dipartimento Economia del Carroccio fa riferimento alle 700 mila lettere in formato Pec che, su iniziativa del viceministro dell’Economia, di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo, l’Agenzia delle entrate ha inviato ad altrettanti imprenditori e professionisti italiani che hanno dichiarato un reddito più basso di 15 mila euro e inferiore a quello dei loro dipendenti o dei dipendenti che lavorano nello stesso settore, ma in altre imprese.

Con queste mail, l’obiettivo di Leo è quello di far aderire gli imprenditori che non l’hanno ancora fatto al concordato preventivo biennale che consente per due anni di pagare le tasse sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle entrate, coerente con i dati contenuti nelle banche dati a disposizione dell’Amministrazione finanziaria e i redditi dichiarati dal contribuente. In questo modo Leo pensa di recuperare 1,2 miliardi di euro che, aggiunti ai 1,3 miliardi già incassati con la prima finestra del concordato, chiusa il 31 ottobre, porterebbero l’intera cifra alla soglia dei 2,5 miliardi, grazie ai quali si potrebbe tagliare del due per cento, dal 35 per cento al 33, l’aliquota Irpef del secondo scaglione per i redditi fino a 50 mila euro. La prima scadenza del concordato non ha portato i frutti sperati: hanno aderito solo 552 mila contribuenti su una platea di 4,4 milioni. La seconda finestra si chiuderà il 12 dicembre, tra meno di una settimana.

Ed è proprio questa la data che ricorre nella lettera dell’Agenzia delle entrate in cui si ricorda che “per rendere il reddito coerente con il valore minimo di settore per gli anni d’imposta 2024 e 2025 può aderire, entro il prossimo 12 dicembre 2024, al concordato preventivo biennale. In tal caso può anche avvalersi, entro il 31 marzo 2025, del ravvedimento per ciascuna delle annualità dal 2018 al 2022”. Per questo motivo la Lega diffonde la nota in cui dice di trovare “sbagliata, nel merito e nel metodo, la pioggia di lettere che l’Agenzia delle entrate ha riversato sui contribuenti italiani per contestare ipotetiche anomalie, con l’obiettivo di indurli ad aderire al concordato preventivo biennale, indipendentemente dal loro merito fiscale”. Soprattutto perché le Pec non segnalano accertamenti, ma hanno solo scopo informativo: “Le lettere di compliance, – continua la nota – concepite per promuovere il corretto adempimento fiscale e favorire la trasparenza con l’amministrazione finanziaria, sembrano diventate uno strumento intimidatorio”.

La questione fondamentale riguarda alcune divisioni interne alla maggioranza di governo perché il partito di Matteo Salvini aveva altre sul fisco, la rottamazione delle cartelle fiscali in 120 rate. Sul punto però non sono d’accordo né Fratelli d’Italia né Forza Italia che hanno invece chiesto di intervenire sul taglio dell’Irpef.

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