Continuano le violenze del governo georgiano

Arresti tra i capi dell’opposizione e pestaggi continui. La repressione aumenta e si fa sempre più feroce. Il Regno Unito ipotizza di introdurre sanzioni contro alcuni esponenti del governo

La polizia georgiana ieri è entrata negli uffici delle organizzazioni giovanili e dei partiti dell’opposizione senza alcun mandato e hanno iniziato a portare via le persone. Ilia Ghlonti, del gruppo Daitove che organizza le proteste contro il governo di Sogno georgiano, è stato arrestato per “organizzazione di attività di gruppo violente volte alla distruzione”. Alla sede della Coalizione per il cambiamento, è stato arrestato – e secondo le testimonianze picchiato e portato via privo di sensi – Nika Gvaramia, uno dei leader. Stessa sorte è toccata a Vepkhivia Kasradze, Vaso Kabelashvili, Zviad Tsestkhaldze – la lista è in aggiornamento. Sono nomi che oggi non riconosciamo ma che dovremo imparare, perché il governo georgiano conta proprio sulla nostra distrazione per portare avanti la repressione contro i manifestanti che da una settimana, tutte le sere, in tutta la Georgia, senza distinzioni d’età o di professione, protestano contro l’abbandono del processo di adesione all’Unione europea andando così contro l’articolo 78 della Costituzione (formalmente si tratta di una sospensione, ma si sa che il progetto è quello di strappare Tbilisi dall’orbita occidentale e riportarla in quella russa).

Le forze dell’ordine gettano lacrimogeni e cannoni d’acqua contro i manifestanti, e si fanno aiutare dagli “uomini in nero” senza insegne e irriconoscibili che picchiano e sequestrano senza controlli. Ogni giorno, la polizia anticipa il tentativo di disperdere la folla e utilizza metodi sempre più violenti. Sia gli Stati Uniti sia l’Unione europea hanno condannato l’utilizzo della forza nella repressione, Londra ipotizza di introdurre sanzioni contro alcuni esponenti del governo. I manifestanti non si fanno intimorire, ricordano la loro rivoluzione delle Rose, nel 2003, che fu pacifica, sostenuta dall’occidente e portò a un cambiamento.

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