L’accordo commerciale tra Ue e sud America non è benvoluto dalla Francia, che sta già organizzando una minoranza di blocco con la Polonia, l’Austria e i Paesi Bassi. Ora anche l’Italia dice che “non ci sono le condizioni”
Ursula von der Leyen oggi è atterrata a Montevideo, in Uruguay, dove oggi dovrebbe finalizzare l’accordo di partnership tra l’Unione europea e il Mercosur, chiudendo il più lungo e controverso dei negoziati commerciali condotti dalla Commissione. “Il traguardo è in vista”, ha detto von der Leyen: “Abbiamo la possibilità di creare un mercato di 700 milioni di persone” e “la più grande partnership commerciale e di investimenti che il mondo abbia mai visto”. Per von der Leyen, “entrambe le regioni ne beneficeranno”.
Secondo le stime della Commissione, l’accordo con il Mercosur – formato da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay – può far risparmiare più di 4 miliardi di dazi alle imprese europee. Per l’Ue, c’è anche un’enorme posta in gioco geopolitica. La Cina è un attore sempre più presente in una regione del mondo che, per storia, cultura e lingua, dovrebbe essere strettamente legata all’Europa. Con la nuova èra di instabilità commerciale che si sta per aprire con Donald Trump alla Casa Bianca, sia l’Ue sia il Mercosur potrebbero contare l’uno sull’altro. Avere un mercato alternativo per i loro prodotti agricoli è una delle ragioni che hanno motivato Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Ma la tempistica e le modalità con cui von der Leyen ha deciso di chiudere l’accordo sollevano sospetti e critiche. La Francia, che ha guidato l’opposizione nell’Ue all’intesa con il Mercosur, “è stata pugnalata alle spalle”, spiega al Foglio un diplomatico.
Von der Leyen ha aspettato la caduta del governo di Michel Barnier per decidere di prendere l’aereo per Montevideo, dove si stanno riunendo i leader del Mercosur. “Il progetto di accordo tra l’Ue e il Mercosur è inaccettabile allo stato attuale. Il presidente Emmanuel Macron lo ha ribadito alla presidente della Commissione”, ha spiegato l’Eliseo. Anche il governo italiano, che in passato aveva sostenuto l’accordo, è cauto. L’intesa con il Mercosur “rischia di mettere in ginocchio interi comparti del settore agricolo”, ha detto il vicepremier, Matteo Salvini, mentre una nota del governo dice che “non ci sono le condizioni” per sottoscrivere l’accordo. Gli agricoltori europei, che si erano calmati durante l’estate dopo una primavera di proteste violente, potrebbero tornare nelle strade con i loro trattori.
I negoziati con il Mercosur sono in corso da quasi 25 anni. Iniziati nel 2000 si erano conclusi una prima volta nel 2019 con un’intesa preliminare, che aveva incontrato l’opposizione della Francia, preoccupata per l’impatto sul suo settore agricolo. Era l’èra del Brasile di Jair Bolsonaro e Macron ebbe gioco facile a bloccare tutto in nome della lotta al cambiamento climatico e alla deforestazione. Cinque anni dopo la situazione è cambiata. La Commissione ha negoziato un protocollo aggiuntivo che dovrebbe permettere di superare i problemi legati alla sostenibilità ambientale e sociale. Nel 2024 ci sono anche stati cambiamenti politici interni all’Ue, che ora spingono von der Leyen ad accelerare la chiusura dell’accordo come chiede il suo paese, la Germania, insieme alla Spagna. A luglio i capi di stato e di governo l’hanno confermata presidente. La sua nuova Commissione è stata approvata dal Parlamento europeo in novembre. Oggi von der Leyen non ha più voti da perdere. Inoltre, Macron non è più la stella ascendente dell’Ue, ma un leader in declino, fortemente indebolito da una crisi politica interna che lui stesso ha provocato. Un ultimo ostacolo all’accordo potrebbe venire dal presidente dell’Argentina, Javier Milei, che pretende ulteriori riduzioni delle barriere commerciali dell’Ue.
La conclusione dell’accordo con il Mercosur non significa che entrerà subito in vigore. Per la firma dell’Ue serve il via libera di una maggioranza qualificata degli stati membri e il voto positivo del Parlamento europeo. La Francia sta già tentando di organizzare una minoranza di blocco. Il premier polacco, Donald Tusk, si è detto contrario. L’Austria e i Paesi Bassi sono entrati a far parte del campo del “no”. Il paese decisivo – secondo diverse fonti – sarà l’Italia, per ora contraria. Nel 2019 la Commissione aveva spiegato che 98 mila posti di lavoro dipendono dalle esportazioni verso il Mercosur in Italia, il settimo mercato extra-Ue per il paese per un valore di 7,7 miliardi di euro e un surplus commerciale di 1,7 miliardi. Oltre 13 mila imprese italiane esportano nel Mercosur. L’accordo eliminerebbe i dazi sul 91 per cento dei prodotti in settori italiani chiave come macchinari, farmaceutici, chimica, plastica e gomma. Anche il settore agro-alimentare potrebbe beneficiarne grazie all’eliminazione di dazi che vanno dal 27 al 55 per cento e alla protezione delle indicazioni geografiche su 57 prodotti italiani.