La cedibilità del credito d’imposta non comporta alcun vantaggio: indebitarsi con la moneta fiscale o con il debito pubblico è la stessa cosa. Una risposta al Sole 24 Ore
La cedibilità dei crediti fiscali, sperimentata con il Superbonus, è una minaccia o un’opportunità per la stabilità macroeconomica e la crescita del paese? Sul Sole 24 Ore, Stefano Sylos Labini – membro del gruppo Moneta fiscale – scrive che “più i crediti fiscali circoleranno, maggiori saranno i benefici per l’attività economica e per le entrate dello stato”. Non è così: è vero il contrario. Prima però è importante fissare un punto riconosciuto dallo stesso Sylos Labini ma che, in passato, non è stato così chiaro nel dibattito pubblico: la cedibilità del credito ha trasformato i bonus edilizi in un’enorme emissione di moneta fiscale.
Sylos Labini, per giustificare i benefici e la sostenibilità economica della misura, prende le mosse dall’andamento del rapporto tra debito e pil, confrontando l’Italia (che, dopo il picco del 2020, ne ha visto una riduzione di circa 20 punti percentuali) e la Francia (che ha visto un calo di soli 4 punti): il migliore andamento italiano, afferma, “è da attribuire alla forte espansione del settore delle costruzioni che ha trainato la crescita dell’economia”. Ora, prendere in esame solo la Francia è bizzarro, perché Parigi si sta rapidamente candidando a diventare il nuovo grande malato d’Europa. Bastava considerare il Portogallo e la Grecia, che senza moneta fiscale ma con bilanci sani hanno ridotto il debito rispettivamente di circa 40 e 55 punti.
Ma pur accettando il confronto con Parigi, non bisogna manipolare i dati. Perché i bonus edilizi sono in gran parte ancora in pancia alle banche (i creditori) e verranno riscossi (trasformandosi in debito) nei prossimi anni. A colpi di circa 40 miliardi di euro l’anno. È per questa ragione che, nonostante l’aggiustamento dei conti rivendicato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il debito pubblico italiano aumenterà. Pertanto Italia e Francia sono nella medesima situazione: hanno un debito in crescita (sebbene quello francese parta da un livello molto più basso). E per le medesime ragioni: deficit troppo elevati (ieri l’Italia, attualmente la Francia).
È vero che l’emissione di bonus per un ammontare complessivo di 220 miliardi di euro nel triennio 2021-2023 ha contribuito alla crescita (e ci mancava altro!). Ma a che costo, e con quali benefici nel lungo termine? La realtà è che, a fronte di questo enorme esborso, abbiamo ristrutturato circa il 4% degli immobili residenziali, tendenzialmente a vantaggio dei contribuenti a più alto reddito. Lo stesso paragone dell’autore con gli Stati Uniti, che hanno adottato uno strumento simile attraverso l’Inflation Reduction Act, è istruttivo: in un’economia dieci volte più grande della nostra, “il volume totale [di crediti fiscali] sarà di 22-25 miliardi di dollari”, cioè dieci volte di meno dei crediti fiscali edilizi italiani.
Ma il punto cruciale non riguarda l’efficacia della spesa, quanto la sostenibilità dei crediti di imposta. L’unico vantaggio di questo strumento – dal punto di vista della politica – era che aveva un effetto immediato sulla crescita e la contabilizzazione era diluita nel tempo. Ma da quando Eurostat e Istat hanno chiarito che la cedibilità ne muta la natura e dunque il credito va considerato payable, e quindi va conteggiato interamente nell’anno di emissione ai fini del deficit, anche questa illusione è venuta meno. Un credito fiscale trasferibile è, ai fini del Patto di stabilità, uguale alla spesa pubblica. E questo proprio perché fare diversamente vorrebbe dire consentire la circolazione di una moneta parallela e incompatibile coi vincoli di bilancio.
L’unica differenza con la spesa corrente, da un punto di vista contabile, è lo sfasamento temporale tra cassa e competenza, cioè il momento in cui il deficit si trasforma in debito. Se quindi la politica deciderà di elargire soldi a fondo perduto dovrà semplicemente, all’interno delle regole europee, mettere a bilancio le corrispondenti coperture. Indebitarsi con un credito fiscale o con un Btp è la stessa cosa: un debito è un debito è un debito