“La mostra sul Futurismo l’ho fatta io”, ci dice Gennaro Sangiuliano

L’ex ministro della Cultura rivendica la mostra alla Gnam. Una rivincita postuma benché “travagliata – dice – da polemiche pretestuose all’italiana”

“Guardate che la mostra sul Futurismo l’ho fatta io”, dice con simpatia Gennaro Sangiuliano. Il ministro. Anzi, o’ ministro. Il dimissionario, sì, ma forse già in via di ritorno sulla scena pubblica benché assente, lunedì, all’inaugurazione della mostra Il Tempo del Futurismo. Lì dov’era presente, invece, il suo successore alla Cultura Alessandro Giuli.

Lunedì anche il senatore Maurizio Gasparri scandiva: “I meriti vanno a San-giu-lia-no”. Chiaro? Ecco. E Giuli? “Io acquisto sulle bancarelle e nelle librerie antiquarie testi e cataloghi sul Futurismo, quando non costano tanto. Poi li regalo a Gasparri. E’ una cosa che va avanti da anni. Detto ciò, i meriti sono del curatore Simongini, del professor Osanna, della direttrice della Gnam Mazzantini, dei collaboratori…”. Sì va bene, e il ministro Giuli? “Il ministro è bravissimo”. Ci mancherebbe. “Di lui penso tutto il bene possibile”. Certo. “E lo ringrazio per le belle parole spese nei miei confronti”. Però il cultore del futurismo è lei, non sia modesto. “Io sono un conoscitore del periodo per via letteraria. E’ chiaro. Attraverso Prezzolini e le biografie di Marinetti e Boccioni scritte da Gino Agnese. Le opere e il percorso sono stati scelti dagli organizzatori. In quel campo i competenti sono loro. Io l’ho incrociato, quel periodo. Scrivendo la biografia di Prezzolini dove racconto la rissa tra vociani e futuristi che si sarebbero poi ritrovati nell’interventismo alla vigilia della Prima Guerra mondiale. A ogni modo, solo in Italia siamo avvezzi a polemiche pretestuose”.

E’ stata una mostra travagliata, ma in fondo, possiamo dirlo, è stata la sua rivincita postuma. “Travagliata da polemiche che solo in Italia riusciamo a imbastire. Visto che il Futurismo è celebrato in tutto il mondo”. Che consigli darebbe a Giuli? “Guardi, Giuli ha grandi capacità. Ma io sono tornato al giornalismo”. Il giornalismo. “Sì, si sono tornato come lo stimatissimo Giuliano Ferrara che fu ministro di un governo Berlusconi. E come molti altri. Sono orgoglioso della mostra ma lasciamo perdere i consigli”.

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