Ne servivano di più, è la tesi delle associazioni dei consumatori e l’Autorità dei Trasporti. Ma i tassisti hanno vinto per ora al ribasso (vero obiettivo: gli Ncc)
Roma. L’odissea, l’inferno, l’orrore: sono ormai due anni che, a Roma, ogni volta che dici “taxi”, la mente corre a scenari apocalittici, tra file allucinanti e altrettanto allucinanti camminate per ovviare al problema. I taxi, infatti, da un paio d’anni (post Covid) non ci sono o ci sono a intermittenza, ma – questa la domanda – ora ci saranno? Due giorni fa, infatti, è stata pubblicata la graduatoria del concorso per il rilascio a titolo oneroso (per il costo di 75.500 euro a licenza) di mille nuove licenze (concorso bandito dal Comune di Roma), di cui ottocento ordinarie e duecento per il trasporto disabili. Il sindaco Roberto Gualtieri, alla vigilia, si era mostrato ottimista sul fatto di riuscire a risolvere la questione entro l’inizio del Giubileo. A concorso fatto, è stato l’assessore alla Mobilità Eugenio Patané a sottolineare i dati: “Ottocentosessantacinque sono i vincitori uomini, centoquindici le donne”, ha detto l’assessore. Di questi, 537 erano sostituti alla guida; il 62,9 per cento diplomati, l’11,1 per cento laureati. La maggioranza dei vincitori ha un’età compresa tra i 40 e i 59 anni; seguono i neotassisti tra i 20 e i 39 e gli ultrasessantenni. Al di là della contabilità sui risultati, però, delle precendenti polemiche per la tempistica sulla pubblicazione e delle proteste del Codacons (“mille nuove licenze taxi in arrivo nella Capitale sono del tutto inadeguate e insufficienti, considerata la carenza cronica di auto bianche a Roma, e non basteranno a colmare la domanda di cittadini e turisti, estremamente superiore all’offerta”, denunciava due mesi fa l’associazione dei consumatori), la speranza è che l’aumento di taxi in circolazione non venga per così dire vanificato dal combinato disposto del (prevedibile e previsto) maggior afflusso di turisti e pellegrini nel corso del prossimo anno giubilare e dalla presenza di cantieri in varie zone della città (quelli che non potranno chiudere entro dicembre). Basterà “l’iniezione”? I dubbi restano. Nello scorso settembre, il presidente dell’Autorità dei trasporti, Nicola Zaccheo, si era mostrato scettico: “Di taxi in più ne servono almeno duemila”, aveva detto. Ma, a quel punto, erano comunque insorti i tassisti, nonostante l’ottenimento del nuovo tariffario con corsa minima a 9 euro e il sottodimensionamento dell’aumento licenze, per scongiurare la vera bestia nera di una categoria non certo osteggiata dal governo centrale e locale: l’aumento degli Ncc e l’ingresso delle multinazionali sul mercato locale. La concorrenza, insomma, può attendere.