L’effetto “Trump” su Bardella. Così l’ineleggibilità di Le Pen può trasformare il Rassemblement national

Il delfino della leader del Rn potrebbe diventare il candidato potenziale alla presidenza della Repubblica francese, ma il partito ruota intorno al culto del capo e l’avvicendamento al vertice risulterebbe problematico

Il Rassemblement national (Rn) deve fare fronte al processo per utilizzo improprio di fondi europei e impieghi fittizi, una procedura che ha visto recentemente il pubblico ministero richiedere cinque anni di carcere e l’ineleggibilità di Marine Le Pen. La stessa leader dell’estrema destra francese in questi giorni ha minacciato di sostenere una mozione di sfiducia che potrebbe far cadere il governo del primo ministro Michel Barnier in una situazione di stallo sul bilancio: secondo il Figaro, potrebbe essere discussa il prossimo venti dicembre. Secondo le ricostruzioni dei giudici, Le Pen appare al centro di un sistema che applicava al Parlamento europeo uno schema di escamotage per finanziare le attività nazionali del partito attraverso il reclutamento di fantomatici assistenti parlamentari europei. In Francia i giudici hanno una lunga giurisprudenza di condanne in materia, come quelle di François Fillon nel processo svolto fra il 2020 e 2024 per l’impiego fittizio della moglie, con un dispositivo reso più coercitivo nel 2016, quando fu adottata la legge “Sapin” a seguito dello scandalo che aveva visto l’ex ministro socialista Jérôme Cahuzac condannato per evasione fiscale. Va riccordato che all’epoca il Front national richieva condanne esemplari per i politici corrotti, esercitando pressione anche sulla classe politica per adoperare misure forti. Oggi Marine Le Pen si ritrova ad affrontare una possibile condanna all’ineleggibilità con effetti immediati, una misura anche frutto della pressione politica che il suo partito ha esercitato contro la destra e la sinistra che spesso ha descritto come collusa e corrotta, usando l’espressione “Umps”.

E’ anche per questo motivo che la difesa adottata da Le Pen non funziona un granché quando cerca di dipingersi come vittima di una cabala politica. Si tratta piuttosto del classico effetto boomerang di fronte a giudici che hanno condotto un’istruttoria molto approfondita, dopo che l’allora presidente del Parlamento europeo Martin Schultz aveva segnalato alla giustizia francese le irregolarità. Esiste quindi una prospettiva molto concreta che Marine Le Pen non possa presentarsi alle prossime presidenziali francesi, previste per il 2027 ma che secondo alcuni potrebbero essere anticipate a causa della fragilità di Macron. Questo scenario inedito raffigura un potenziale sconvolgimento della strategia del Rn, che aveva posticipato l’appuntamento alle prossime presidenziali per riuscire a conquistare un potere sfuggitogli di mano alle politiche di quest’estate. Nel caso in cui Le Pen diventasse fuori gioco, allora il candidato “naturale” sarebbe Jordan Bardella. Fino a oggi è stato lui il delfino ufficiale della leader del Rn, un giovane di belle promesse che è riuscito a ottenere un risultato eccellente alle europee del maggio scorso per poi dimostrarsi non del tutto preparato alle politiche. Bardella, nel frattempo, per dare spessore al suo personaggio ha pubblicato un libro bibliografico. L’ipotesi di subentrare a Marine Le Pen lo ha colto di sorpresa: era diventato il pupillo della figlia di Jean-Marie ma non voleva veramente superarla. Lo ha dimostrato quando alcuni giornalisti gli hanno chiesto la sua posizione sull’eleggibilità al parlamento dei candidati con una fedina penale, facendolo cadere nella trappola di un principio che aveva fortemente difeso e che però escludeva Le Pen del gioco.

E’ un primo scoglio non secondario per il Rassemblement national: la trasformazione di un brillante cadetto, Bardella, al ruolo di potenziale presidente della Repubblica francese, un’operazione tutt’altro che banale. Certo, Emmanuel Macron ha mostrato che la giovane età non rappresenta un problema, ma Bardella sembra assai meno competente di un Macron che è stato prima consigliere di Hollande e poi ministro. Questa ipotesi rilancerà poi la tentazione dinastica nella famiglia politica fondata da Jean-Marie, con un’altra Le Pen, Marion Maréchal-Le Pen, che potrebbe provare a giocare una sua partita. Il Rn ruota intorno al culto del capo, e l’avvicendamento al vertice risulterebbe problematico, anche perché l’ineleggibilità della Le Pen sarebbe temporanea e potrebbe tornare in auge fra qualche anno.

Nella destra francese, i vari Gérald Darmanin, Édouard Philippe o addirittura Michel Barnier, potrebbero guardare con interesse l’indebolimento della leadership del Rn per provare a pescare consenso e sostenitori. Si tratta di una strategia che incrocia quella di Bardella che vorrebbe incarnare l’unione delle destre, partendo dalle estreme, ne anche caldeggiata dai media conservatori controllati da Vincent Bolloré. Da un altro lato però, l’eventuale condanna di Le Pen potrebbe avere un effetto “alla Trump”, ovvero quello di compattare l’elettorato del Rn nel nome della persecuzione giudiziaria e consolidare la posizione di Bardella, prendendo in mano le redini del partito. Tra fedeltà a un capo e la necessità di compiere un cesaricidio per spianare la propria prospettiva politica, se Jordan Bardella sia in grado di cambiare marcia è tutto da vedere.

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