La Francia prende posizione sulla Cpi

Per quanto riguarda il mandato d’arresto spiccato dalla Corte dell’Aia nei confronti di Netanyahu e Gallant, “la Francia rispetterà gli obblighi internazionali”, ma ci sono immunità “che vanno considerate”, dice il Quai d’Orsay dopo il G7 di Fiuggi

“La Francia rispetterà gli obblighi internazionali”, ma per quanto riguarda il mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e del suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, ci sono delle “immunità” previste dal diritto internazionale riguardo “gli stati che non fanno parte della Cpi”. È questa la posizione francese, esplicitata ieri da un comunicato del ministero degli Esteri. “Tali immunità (…) dovranno essere prese in considerazione se la Cpi dovesse chiederci il loro arresto e la loro consegna”, si legge nel documento del Quai d’Orsay.

Per difendere la sua posizione, Parigi fa leva su un articolo dello Statuto di Roma, che ha istituito la Cpi, consacrato alla questione dell’immunità per i leader dei paesi che non riconoscono la corte dell’Aia, tra cui appunto Israele. Già in mattinata, il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, aveva evocato su France Info “questioni di immunità” per “certi leader” ai sensi dello Statuto di Roma.

Dopo alcuni giorni di ambiguità, ora la posizione francese pare più chiara, e Parigi “intende continuare a lavorare in stretta collaborazione con il primo ministro Netanyahu e con le altre autorità israeliane”. Ma va analizzata anche alla luce del G7 degli Esteri di Fiuggi dell’altro ieri, dove ci sarebbe stata a porte chiuse un lungo dibattito sulla questione della sentenza della Cpi. Nella conferenza stampa di chiusura, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha detto più volte che “vanno lette le carte” e “bisogna capire le regole” prima di applicare gli obblighi della sentenza della Cpi, visto che “Israele non riconosce” la corte dell’Aia. Col comunicato di ieri, la Francia ha reso più esplicito il pensiero di Tajani: l’immunità di un capo di stato si applica a maggior ragione se il suo paese non è parte del Trattato di Roma. Per il Quai d’Orsay è anche un tentativo di riavvicinamento tra Parigi e Gerusalemme, dopo mesi di forti tensioni diplomatiche.

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