Un viaggio esperenziale e immersivo (a bordo del Titanic)

Siamo circondati da continui rimandi a esperienze “emozionali” e “immersive”. Metafore abusate che vorrebbero persuadere il pubblico, ancor meglio con manifesti in lingua inglese. Col rischio però di affogare solo nell’assurdo

Viviamo in un’epoca in cui vanno forte aggettivi-fuffa come “esperienziale” ed “emozionale”: pertanto dobbiamo rassegnarci al fatto che chi vuole persuaderci (vulgo, spillarci del denaro) lo farà insistendo sul valore esperienziale e sul valore emozionale, qualsiasi cosa significhi. Ed è per questo che la metafora più abusata nell’ammannirci una prospettiva è quella del viaggio, esperienza par excellence, percorso in cui si entra con una condizione e da cui si esce differenti. Ed è per questo che l’immagine più abusata nel proporci un prodotto è la possibilità di sentircene circondati, vivendolo nel modo più intenso grazie a una totale immersione che ci consenta di sprigionare le nostre emozioni più sopite. “

Esperienziale” ed “emozionale” si tirano dunque inevitabilmente dietro i concetti di “viaggio” e “immersione”: non sorprende pertanto che Milano sia tappezzata di manifesti che annunciano una grande mostra a Scalo Farini, scritti addirittura in inglese per risultare più convincenti: An immersive voyage, un viaggio immersivo. Peccato che sia una mostra sul Titanic.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.