Nell’82 si poteva sognare e poi realizzare la più bella rivista del mondo

Il primo numero di FMR: “Numero 1, Marzo 1982” c’è scritto in caratteri bodoniani. “C’è chi dice che il nostro è un mondo brutto e sfasciato. FMR vorrebbe mostrare le bellezze innumeri e segrete da cui viviamo avvolti”, scriveva Franco Maria Ricci

Nostalgia, vattene via. Non la sopporto la nostalgia, gli 883 mi tediano, il film su Berlinguer nemmeno se mi pagano, la fiamma dei Fratelli solo se nei dintorni c’è un estintore. E però un’amica mi regala il primo numero di FMR e mi trascina nel gorgo. “Numero 1, Marzo 1982” c’è scritto in caratteri bodoniani. Era la più bella rivista del mondo perché in Italia nel 1982 si poteva sognare la più bella rivista del mondo e poi la si poteva perfino realizzare. Beninteso se ti chiamavi Franco Maria Ricci. Il divino parmigiano marchese nel primo editoriale si definisce “figlio di un paese che fu grande, e universalmente ammirato, nelle epoche in cui l’amore per la bellezza era considerato una virtù civica”. Leggo e mi vengono i brividi perché sembra scritto oggi: “C’è chi dice che il nostro è un mondo brutto e sfasciato. FMR vorrebbe mostrare le bellezze innumeri e segrete da cui viviamo avvolti”. E allora non è nostalgia del 1982, è nostalgia dell’eterno, è il desiderio legittimo di volare ORA.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l’ultimo è “La ragazza immortale” (La nave di Teseo).

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