A favore hanno votato 370 europarlamentari (dieci voti in più dei voti minimi per ottenere la maggioranza), 282 i no e 36 le astensioni. Il 18 luglio scorso la presidente aveva ottenuto dalla plenaria 401 voti
Il Parlamento europeo ha dato il via libera, dopo mesi di lunghe e difficili trattative, alla squadra della nuova Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen. A favore hanno votato 370 europarlamentari (dieci voti in più dei voti minimi per ottenere la maggioranza), 282 i no e 36 le astensioni. Il 18 luglio scorso la presidente aveva ottenuto dalla plenaria 401 voti a favore.
I partiti che compongono la maggioranza di governo nel nostro paese si sono divisi come era lecito attendersi: Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato a favore, la Lega contro. Un no a von der Leyen è arrivato anche dagli eurodeputati del M5s, da quelli dei Verdi e da quelli di Sinistra Italiana. Il Pd invece ha votato a favore.
Il partito socialista europeo e quello verde non ha votato compatto.
Nel suo discorso Ursula von der Leyen ha sottolineato che la libertà per l’Europa, come in passato, “non sarà gratuita” e questo “significa fare scelte difficili. Significa investire massicciamente nella nostra sicurezza e prosperità. E soprattutto significherà rimanere uniti e fedeli ai nostri valori. Trovare il modo di lavorare insieme e superare la frammentazione. Perché credo che la nostra generazione di europei debba lottare ancora una volta per la libertà e la sovranità”.
“La prima grande iniziativa della nuova Commissione sarà una bussola della competitività e sarà la cornice del nostro lavoro per il resto del mandato. La bussola si baserà sui tre pilastri del rapporto Draghi”, ha aggiunto von der Leyen. “Il primo è chiudere il divario d’innovazione con gli Stati Uniti e la Cina, il secondo è un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività, il terzo è l’aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze”.