“Ora aiuto la Lega”. Vannacci e la convention del Mondo al contrario: “Resto se non cambiano i presupposti”

Parla l’europarlamentare eletto con il Carroccio: “Non c’è alcuna competizione tra noi e la Lega. Salvini al nostro evento? Lo spero, ma è un uomo impegnato”

Il conto alla rovescia è partito. “Mancano ventiquattro ore”, scalpita Roberto Vannacci. “Poi Il Mondo al Contrario inizierà il suo percorso: da comitato culturale a comitato politico”. Un movimento. “Ma tranquilli: non sarà un partito e non vuole diventarlo. Il partito c’è già, si chiama Lega e non c’è bisogno di cambiarlo. A meno che non cambino i presupposti. Questo però è fuori dalla mia possibilità di previsione”. Generale vigilante, capitan Salvini avvisato? “No, nella maniera più assoluta. E’ soltanto un modo per coinvolgere chiunque si riconosca nei nostri valori – per un’altra Italia e un’altra Europa – sovrapponibili a quelli del Carroccio”. Salvini ci sarà, sabato a Grosseto, per la grande presentazione? “Ne sarei onorato. Ma ancora non lo so, la sua presenza resta in dubbio: il ministro è un uomo estremamente impegnato. Ci dobbiamo risentire. In ogni caso sono convinto che guardi con favore all’iniziativa. Non c’è alcuna competizione fra noi: quello che fa bene a Il Mondo al Contrario, fa bene alla Lega”. Il contrario, però, Vannacci non lo dice.

Sono giorni di grande fermento per il generale diventato eurodeputato. Regionali, nomine a Bruxelles. L’annuncio “della nostra nuova ragione sociale: l’obiettivo resta mettere insieme tutte le persone che condividono i valori espressi nel mio libro e che sto continuando a portare avanti in Parlamento europeo”. Ce ne dica tre. “Patria, sicurezza, sovranità. Chiunque si rifaccia a noi deve avere chiaro il concetto di Italia. In questa terra i cittadini devono sentirsi protetti e non minacciati: la sicurezza è imprescindibile allo sviluppo di tutte le altre funzioni sociali. E siccome la nostra patria è bellissima, dobbiamo anche essere i padroni del nostro destino. Difendere i nostri interessi, non quelli degli altri”. Il ragionamento di Vannacci culmina nel siluro contro la maggioranza Ursula. “La sciagura”, la chiama lui. Che però ha appena designato il meloniano Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione. FdI e FI voteranno a favore. La Lega e il suo rappresentante di punta invece no. “Devo scindere il discorso”, spiega al Foglio. “A suo tempo non avevo nascosto che la stagione von der Leyen 2.0 sarebbe stata una disgrazia, e lo rimane. Un pensiero confermato anche dalle audizioni recenti: i commissari mi hanno dato preoccupanti segnali di incompetenza. Non conoscono nulla, dall’ambiente alla difesa europea. L’unico segnale positivo è la nomina di Fitto. Un italiano. Che favorirà l’Italia cercando di far affluire più fondi possibili verso il nostro paese. Sono sbalordito dall’opposizione in merito da parte del Pd”. E dalla sua, invece? “I commissari sono approvati dai coordinatori, mentre in Parlamento si vota la Commissione nel suo complesso: avendo già dato un voto negativo a von der Leyen, non farò diversamente in aula. Ma il problema è l’intero pacchetto. Se fossi stato io il coordinatore dei patrioti, Fitto l’avrei appoggiato. Sicuro”.

Non sopporta le accuse di incoerenza, Vannacci. Figurarsi se provengono dal fuoco amico. “A chiunque mi rimproveri di aver supportato candidati di altri partiti: non è vero. Queste persone vogliono speculare sulle mie parole”. Il riferimento è all’Umbria, al fil rouge rosso-bruno con Democrazia sovrana e popolare. “Ho solamente detto che avrei partecipato volentieri al dibattito fra il presidente de Il Mondo al Contrario e Marco Rizzo. Ci sono delle tematiche, a partire dalla guerra in Ucraina, che ci avvicinano: fa parte dell’approccio fra persone oneste. Non l’ho mai negato, senza aver dato però indicazioni di voto”. I leghisti del nordest sono di ben altro avviso. “Si cerca una frattura nel Carroccio. C’è un assessore in particolare – il riferimento è al veneto Roberto Marcato, ndr – che nutre interesse a seminare zizzania. Noi però siamo più forti di così. La Lega? Nessuna crisi”. Urne alla mano, parrebbe tutt’altro. “Ci sono molti modi per analizzare il voto. Senza sminuire le differenze col passato, il punto di riferimento non sono le regionali del 2019 ma le ultime europee. E nonostante il maggior astensionismo, in queste ultime tornate la Lega è cresciuta”. Sorride, Vannacci. “Il cambio di direzione che ha intrapreso, anche accettandomi tra le proprie file, si è espresso ancor più a Pontida: la veste sovranista sta funzionando. E non a caso partiamo proprio da Grosseto, dalla mia regione, con un occhio alle prossime elezioni: vogliamo dimostrare che il nuovo abito leghista sia ben recepito da chi ci segue”. Dopo la Toscana, toccherà a Campania, Veneto, Puglia? “Mi sta dando delle idee. Ma intanto godiamoci questa bellissima assemblea: arriverà tantissima gente”.

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