Dal diniego all’ingresso dell’Ucraina alla Nato ai consigli chiesti a Papa Francesco. Nella sua autobiografia, l’ex cancelliera tedesca ricorda tutte le questioni più complesse vissute in prima persona durante i suoi anni di governo
Si intitola “Libertà” il libro di memorie di Angela Merkel, in uscita in uscita nelle librerie italiane per Rizzoli il 26 novembre 2024 e in contemporanea in 30 Paesi del mondo. Un volume in cui per la prima volta l’ex cancelliera della Repubblica federale tedesca racconta il dietro le quinte delle questioni politiche più complesse degli ultimi anni, vissute in prima persona durante il suo lungo periodo da capo dell’esecutivo tedesco, durato dal 2005 al 2021.
Lungo i vari passaggi pubblicati in anteprima dai giornali Die Zeit e Politico, riaffiorano i ricordi dell’ infanzia vissuta nella Germania est, quando il paese era diviso in due stati diversi (per poi riunificarsi solo nel 1990): “Anche se una giornata iniziava in modo spensierato, tutto poteva cambiare in pochi secondi se i limiti politici venivano superati, mettendo in pericolo le nostre vite”. Per poi affrontare i temi più spinosi dell’attualità, come ad esempio l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, a cui Merkel si oppose nel 2008: “Capivo il desiderio dei Paesi dell’Europa centrale e orientale di diventare membri della Nato il prima possibile”, ma “accettare un nuovo membro non dovrebbe portare solo maggiore sicurezza a quel Paese, ma anche alla Nato”. Un diniego spinto dalla necessità di scongiurare eventuali reazioni militari da Mosca, ritenendo “illusorio immaginare che lo status di candidato per l’ingresso nella Nato potesse costituire una protezione dall’aggressione di Putin e che questo status avrebbe agito a tal punto da deterrente da lasciare che Putin lo accettasse rimanendo inerte”. Tuttavia, prosegue l’ex cancelliera, “il fatto che la Georgia e l’Ucraina non abbiano ricevuto lo status di candidati per l’ingresso nella Nato fu un ‘no’ alle loro speranze”, ma la prospettiva offerta loro dalla Nato “di un impegno generale per l’adesione è stato, per Putin, un sì all’adesione alla Nato per entrambi i Paesi, una dichiarazione di guerra“.
D’altronde il presidente russo “non era interessato a costruire strutture democratiche o prosperità per un’economia perfettamente funzionante nel suo Paese o altrove”. Piuttosto, “voleva contrastare il fatto che gli Stati Uniti fossero usciti vincitori dalla Guerra Fredda. Voleva che la Russia rimanesse un polo indispendabile nel mondo multipolare” a seguito della caduta del muro di Berlino. Merkel racconta uno degli scambi più rilevanti avuti con Putin, che le disse “Non resterai cancelliera per sempre e allora loro – cioè Ucraina e Georgia – diventeranno membri della Nato. E io voglio impedirlo”. Parole a cui Merkel non rispose direttamente: “Ed io pensai: nemmeno tu sarai presidente per sempre”.
”Ho sbagliato a considerarlo una persona completamente normale”, spiega l’ex politica tedesca riguardo Donald Trump, di cui ricorda il suo primo incontro alla Casa Bianca nel marzo del 2017: “Abbiamo parlato su due livelli diversi. Trump a livello emotivo, io a livello fattuale. Quando prestava attenzione ai miei argomenti, di solito era solo per costruire nuove accuse“. Il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti “giudicava tutto dalla prospettiva dell’imprenditore immobiliare. Ogni proprietà poteva essere assegnata una sola volta. Se non la otteneva lui, qualcun altro lo faceva. Era così che guardava il mondo”. Per il tycoon infatti “tutti i paesi erano in competizione tra loro, e il successo dell’uno era il fallimento dell’altro”, anche se “era molto affascinato dal presidente russo. Negli anni successivi, ho avuto l’impressione che i politici con tratti autocratici e dittatoriali lo affascinassero”, prosegue Merkel.
Ad Angela Merkel venne in soccorso Papa Francesco, a cui si rivolse per capire come avrebbe dovuto comportarsi con figure politiche di questo genere. “Senza fare nomi, gli chiesi come avrebbe affrontato opinioni fondamentalmente diverse in un gruppo di personalità importanti. Mi capì immediatamente e mi rispose in modo diretto: “Piegare, piegare, piegare, ma assicurarsi che non si rompa””. Un consiglio subito apprezzato dall’allora cancelliera tedesca “Mi piaceva quell’immagine. Con questo spirito, avrei cercato di risolvere il mio problema con l’Accordo di Parigi e Trump ad Amburgo”.
Merkel presenterà il libro con Walter Veltroni l’11 dicembre alle 18.30 all’Ispi – Palazzo Clerici, in via Clerici 5 a Milano. L’incontro fa parte di un tour in cui l’ex cancelliera tedesca incontrerà il pubblico in varie tappe, a partire dalla Germania il 26 novembre, per poi proseguire negli Stati Uniti d’America il 2 dicembre con Barack Obama, in Gran Bretagna il 4 dicembre, e dopo Francia e Spagna.