Lungo le strade della capitale ogni cosa sembra poter diventare opera d’arte. Fra cartoni gettati e gioielli, nobili de’ noantri e mandorle tostate
Ci piacerebbe avere un’amica autoironica come Drusilla Foer che per la prima del suo spettacolo al Teatro Ambra Jovinelli, diventa una Venere Nemica: una donna che vive lontano dai parenti, ha casa a Parigi, frequenta più uomini, è ricca e felicemente imperfetta. Beata. Complice questa città-cantiere, arriviamo in ritardo a Prati per ammirare i gioielli di Giulia Barela che piacciono tanto alla duchessa Sophie, l’unica che è riuscita in pubblico ad appoggiare una mano sulla schiena di Kate Middleton, per dimostrarle il sostegno. Lo sa bene Lavinia Orefici, grande esperta di monarchie, che nella nuova Mondadori ha presentato il suo libro Royal Saga (Piemme) con Alberto Matano, Sabrina Scampini e Luca Dotti, figlio di Audrey Hepburn. Nobili de’ noantri li troviamo invece in piazza dei Ricci e capiamo che la cosa più interessante sono le mandorle tostate e salate. “Stiamo ruciuliando (rotolando precipitosamente), ma adda’ veni’ il pianerottolo”, dice Gabriele Salvatores alla prima del suo film Napoli/New York. Brilli, ma senza Nancy, inciampiamo in un cartone. Gettati un po’ ovunque, Roma ne è piena, ma al cocktail per la mostra di Guendalina Salini curata da Valentina Ciarallo all’Hotel Hilton La Lama, all’Eur, diventano opere d’arte. Fragments and Arabesques.