Stanze. Abitare il desiderio

La recensione del libro di Luca Molinari edito da Nottetempo, 180 pp., 16,50 euro

Tra le emergenze sociali più urgenti, oggi, rientra di certo la crisi abitativa. Stipata in metropoli sempre più labirintiche e sovrappopolate, la maggior parte delle persone guarda alla casa come un bene di lusso che rischia di scivolare al di là dell’orizzonte delle proprie possibilità economiche. Ma fuori dalla prospettiva predominante che guarda alla casa come a un artefatto commerciale, che cosa significa la casa per chi la abita? Qual è la reale natura degli spazi che viviamo e in che modo si è sviluppata attraverso il tempo? Cosa rappresentano e che storia hanno le stanze che riempiamo di oggetti, ricordi e della nostra stessa esperienza?

Cerca di rispondere a questi interrogativi Luca Molinari, architetto e critico, giunto al secondo momento di indagine sulla casa attraverso Stanze, un saggio che è esplorazione di tutti gli ambienti che compongono le nostre abitazioni; da quelli più comuni come il bagno, la cucina e la camera da letto, a quelli più rari o raffinati come la cabina armadio e lo studiolo.

Così, Molinari, si avventura nella visita dell’idea di casa, dei suoi ambienti diversificati, ragionando per ognuno di essi attorno alla natura architettonica e storica, ma anche e soprattutto alle valenze culturali e simboliche che ogni stanza restituisce. Scopriamo dunque che il salone accorpa una serie di funzioni – sostare, parlare, ballare, mangiare – in passato svolte da altri ambienti separati, che la cucina “più di ogni altro luogo rappresenta la prigione dorata della modernità, il fulcro della rappresentazione simbolica dei ruoli all’interno del nucleo familiare”, oppure che il bagno – per come lo conosciamo noi – rappresenta una volontà di igiene che, nell’occidente europeo era tramontata durante l’arco di tempo che va dall’Impero romano al Settecento.

Ma è l’integrazione della storia di architettura e design con riflessioni di carattere antropologico a rendere brillante e singolare il viaggio di Molinari. Quali percorsi mentali si nascondono, ad esempio, dietro l’organizzazione dei cassetti o di un armadio? Cosa racconta di noi ciò che mostriamo – e ciò che invece scegliamo di celare? Ancora divisa nelle sue versioni attuali tra radicamento e nomadismo, necessità di pieno e aspirazione al vuoto ogni stanza, scrive l’autore, “diventa luogo di rappresentazione e autocoscienza, spazio di conflitto, controllo e dominio, museo delle memorie private, ma anche espressione pura del desiderio di abitare seguendo traiettorie di libertà e benessere”.

Luca Molinari

Stanze. Abitare il desiderio


Nottetempo, 180 pp., 16,50 euro

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