Anzio e Nettuno (roccaforti della destra) vanno al ballottaggio. E il Pd spera

Le due cittadine sul litorale romano lanciano segnali che confermano il dato nazionale anche nel senso del crollo della Lega e dell’implosione del Movimento Cinque Stelle

Il sogno di gloria è contagioso, e infatti nel Lazio, dopo la vittoria del centrosinistra e la buona affermazione del Pd in Emilia-Romagna e in Umbria, si comincia a immaginare la risalita o quantomeno l’arrivo nei pressi dell’oasi dopo la traversata nel deserto (l’opposizione del governo di centrodestra di Francesco Rocca). Grazie, intanto, a un piccolo, significativo segnale: domenica e lunedì scorso si è votato anche in alcuni comuni simbolo del Lazio, storiche roccaforti della destra: Anzio e Nettuno. Ed ecco che l’urna ha regalato ai dem la sorpresa che non ti aspetti: per la prima volta in 26 anni, ad Anzio si andrà al ballottaggio. Il candidato del centrosinistra Aurelio Lo Fazio, appoggiato da Pd, Azione e Italia Viva, tra due settimane sfiderà il candidato di centrodestra Stefano Bertollini (l’incognita è: che cosa faranno i sostenitori del candidato arrivato terzo, il civico Pietro Di Dionisio, e che cosa faranno i tanti astenuti del comune sciolto per mafia, come Nettuno, a fine 2022?). A Nettuno, invece, il Pd risulta oggi primo partito in città, e al ballottaggio si sfideranno Daniele Maggiore (per il centrodestra, con il 29,84 per cento dei consensi) e Nicola Burrini (per il centrosinistra, con il 28,02 per cento). La sensazione è che la partita sia aperta in due cittadine, dice il segretario del Pd laziale Daniele Leodori, “storicamente difficili per la sinistra: abbiamo giocato un ottimo primo tempo, ma ora ci aspetta il secondo, dove auspico che le forze del centrosinistra sapranno compattarsi per l’obiettivo”. Non solo: Anzio e Nettuno lanciano segnali che confermano il dato nazionale anche nel senso del crollo della Lega e dell’implosione del Movimento Cinque Stelle, che pochi anni fa viveva una stagione di fasti anche nel Lazio e che ora, ad Anzio, viene superato dalle civiche. Segno dei tempi? Fatto sta che a sinistra si spera, vista anche la concomitanza con la crisi al vertice della Regione, con Forza Italia che chiede il rimpasto, dato il cambiamento di equilibri interni rispetto alla Lega, e intanto blocca i lavori del consiglio regionale, al punto che sono dovuti scendere in campo, per cercare di sbloccare la situazione, la premier Giorgia Meloni e il leader azzurro Antonio Tajani (senza esito, per ora). Basterà la cessione a Forza Italia delle deleghe all’Urbanistica (ora alla Lega), e al Cinema, nelle mani al momento dello stesso Rocca, e la cessione alla Lega della delega alla Protezione civile, al momento sempre in capo a Rocca? Il Pd guarda e passa, ma spera nel ribaltone del litorale.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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