L’Afd lo cerca, ma Fitto con quelli evita pure di prenderci un caffè

Il candidato italiano alla vicepresidenza esecutiva non vuole cadere nella trappola tesa dell’estrema destra. Anche perché nelle ultime ore anche i socialisti spagnoli hanno aperto alla sua nomina

L’AfD cerca Fitto, ma il ministro italiano, con diplomazia, evita un incontro ufficiale con l’ultradestra tedesca. Dopo l’audizione del candidato italiano alla vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue, gli eurodeputati del movimento guidato da Tino Chrupalla, da giorni, offrono il loro sostegno interessato, ma, Fitto rimane rimane schivo. Già durante il maxiesame di tre ore del 12 novembre, la rappresentante dell’Alternative für Deutschland in Commissione Affari Regionali, Irmhild Boßdorf, non aveva nascosto il suo sostegno al candidato italiano e nei due minuti a sua disposizione preferì criticare gli attacchi dei socialisti al ministro di FdI piuttosto che formulare una domanda propria.

Il sostegno dell’AfD è stato ribadito poche ore dopo, mentre le valutazioni erano ancora in corso, dal collega Alexander Jungbluth, che su X ha invitato il Ppe a procedere subito al voto su Fitto. utilizzando una maggioranza di destra, in cui il supporto dell’AfD sarebbe stato determinante, per promuovere il candidato italiano. Con l’appoggio a Fitto, infatti, l’AfD mira a mettere in difficoltà i popolari tedeschi della Cdu, dimostrando che una collaborazione con loro è possibile sia a Bruxelles sia a Berlino. Un messaggio chiaramente diretto alla campagna elettorale tedesca, che sta muovendo i primi passi in questi giorni. Tuttavia, né il presidente del Ppe, il bavarese Manfred Weber, né il candidato scelto da Giorgia Meloni per la vicepresidenza dell’Ue sembrano intenzionati a cadere in questa trappola. Far passare Fitto con i voti dell’estrema destra non è infatti l’obiettivo di Ecr, né tantomeno del Ppe, grande sponsor “ombra” del ministro meloniano. L’intento del Ppe è piuttosto presentare la nomina di Fitto come un legittimo ampliamento dell’alleanza che sostiene Ursula von der Leyen, coinvolgendo una destra – quella di Giorgia Meloni – percepita dai popolari come “europeista e moderna”.

La possibilità che si debba ricorrere a una maggioranza di destra per promuovere Fitto si fa comunque sempre più remota. Nelle ultime ore, infatti, anche i socialisti spagnoli hanno aperto alla sua nomina, in cambio dello sblocco di quella della vicepremier spagnola Teresa Ribera, come spiegano fonti governative al quotidiano online elDiario.es. A legare le due partite, domenica, è stato anche Antonio Tajani, che da Milano ha ricordato che “certamente, se c’è un problema per Fitto, ce n’è uno ancora più grave per Teresa Ribera”. Ma già ieri la tensione attorno a Fitto sembrava in diminuzione, con il leader di Forza Italia che si diceva “fortemente ottimista” per la sua nomina. I voti dell’AfD, insomma, non dovrebbero essere necessari. Meglio così, anche se i tedeschi all’Eurocamera continuano a farsi sentire. Qualcuno dalla buvette scherza: “Mi sa che Fitto li ha friendzonati”.

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