Sarà di Enel la maggioranza del capitale della nuova società che sta per nascere insieme con Leonardo e Ansaldo e che si occuperà di studiare i piccoli reattori nucleari. Cambio di paradigma della politica energetica del governo Meloni
Sarà di Enel la maggioranza del capitale della nuova società sul nucleare che sta per nascere insieme con Leonardo e Ansaldo. Lo ha detto l’amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo, durante la presentazione del piano strategico 2025-2027 confermando la notizia anticipata dal Foglio i primi di novembre. Per il momento si tratta di una fase di studio, come precisano anche fonti del gruppo, poiché per arrivare a una vera e propria messa a terra della produzione di nucleare in Italia ci vorranno realisticamente ancora diversi anni e, in ogni caso, si tratta di attività fuori dal perimetro del piano industriale. Ma è un segnale del cambio di paradigma della politica energetica del governo Meloni. E per quanto alcuni osservatori, come nei giorni scorsi il sindaco di Milano, Beppe Sala, sul Corriere della Sera, continuino ad opporsi all’opzione nucleare motivandolo, tra l’altro, con gli elevati costi che comporterebbe, la realtà dice che le cose stanno diversamente. Cattaneo ha invitato a guardare i paesi dove c’è il nucleare: Spagna, Francia e Germania I primi due lo hanno ancora, il terzo lo ha chiuso, incrementando la produzione di carbone. “Dove non c’è il nucleare il prezzo dell’energia è doppio, dove lo hanno chiuso, come in Germania, è raddoppiato: il resto è semplice conversazione”, ha fatto notare l’ad dell’Enel. La newco che sta per nascere tra Enel, Leonardo e Ansaldo (potrebbe esserci anche la partecipazione di Cdp) si occuperà di studiare i piccoli reattori nucleari. Un’altra newco dell’Enel, questa volta all’interno del piano industriale, sarà sviluppata nei data center e potrebbe essere proposta a utility come A2A. Nel complesso il piano di Enel, fortemente focalizzato sulla produzione di rinnovabili, come dimostra anche l’ultima acquisizione in Spagna da 1 miliardo, e nelle reti di distribuzione prevede di investire complessivamente 43 miliardi di euro nel prossimo triennio, 7 miliardi in più rispetto al piano precedente.