Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – A proposito di Gaza, bisogna ammettere che le parole di Papa Francesco sul genocidio fanno venire voglia di convertirsi. All’ebraismo.
Luca Rocca
“Genocidio? Sarebbe saggio iniziare una domanda come questa facendo riferimento a quanto accaduto nell’ottobre dell’anno scorso. Conosco bene la definizione di genocidio, ed è per questo che non l’ho mai definito così”. Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito, 13 novembre 2024. Volantinarlo in Vaticano, please.
Al direttore – E’ necessario formulare alcune precisazioni in merito all’articolo a firma di Capone e Stagnaro pubblicato sul Foglio del 16 novembre 2024. L’articolo riporta, infatti, correttamente come in altre occasioni si sia già fatto ricorso all’utilizzo degli effetti di retroazione per finalità di copertura della manovra (vedi la manovra per il 2017 e, successivamente, quella per il 2021). Lo stesso, tuttavia, non chiarisce in maniera esplicita che gli effetti riportati nella manovra per il triennio 2025-2027 risultano pienamente compatibili con il principio di prudenza e coerenti con le dimensioni espansive della manovra. A tale proposito si ritiene utile ricordare che, con riferimento alla manovra per il 2017 la Corte dei conti ha chiarito che, pur “considerando l’elevatezza degli importi interessati (nel terzo anno quasi 1/4 della manovra…)”, “si tratta infatti della esplicitazione di un modello dinamico di auto copertura, che – conviene ricordare – risulta tradizionalmente consentito in via di principio per la sessione di bilancio, che sostanzia una fase nella quale è doveroso – per il principio della veridicità del Bilancio – registrare tutti gli effetti, diretti e indiretti, della manovra, proprio in quanto è in atto la ridefinizione del quadro complessivo di finanza pubblica nelle sue molteplici e reciproche interazioni con il quadro macroeconomico”. Tornando alle stime della retroazione inserite nell’ambito delle coperture del disegno di legge di bilancio 2025-2027, le stesse si riferiscono a una manovra a carattere espansivo per l’intero periodo di previsione, recante misure di natura strutturale e che assicura – fin da ora – il rispetto degli obiettivi di spesa fissati con la traiettoria definita ai sensi della nuova normativa europea. Quanto all’entità degli effetti riportati, come già evidenziato anche dai rappresentanti della Banca d’Italia e dell’Ufficio parlamentare di Bilancio in replica alle domande poste loro in sede di audizione sul disegno di legge di bilancio, si tratta di valori di entità contenuta e, quindi, prudenti e assolutamente coerenti con la previsione programmatica del quadro macroeconomico, integrata con gli effetti finanziari degli interventi disposti dalla manovra. Sempre in sede di replica, l’Ufficio parlamentare di bilancio ha ricordato che, in genere, circa il 40 per cento delle misure espansive “ritorna” in termini di maggiori entrate fiscali. Alle precedenti considerazioni va inoltre aggiunto che le nuove regole di bilancio europee, in vigore dallo scorso aprile, prevedono meccanismi rinforzati di monitoraggio e salvaguardia dei conti pubblici, i quali opereranno qualora si dovessero concretizzare scenari avversi comportanti eventuali deviazioni, sia positive sia negative, dal profilo-obiettivo che ciascuno stato membro si è impegnato a realizzare con il Piano strutturale di Bilancio di medio termine. Infatti, laddove emergessero criticità tali da richiedere interventi correttivi, si attiverebbero infatti apposite procedure di rientro – attraverso il cosiddetto conto di controllo – verso il percorso precedentemente concordato. Per maggiore prudenza e con le medesime finalità, infine, va ricordato che il disegno di legge di bilancio ha previsto l’istituzione di due specifici fondi.
Ufficio stampa ministero dell’Economia e delle Finanze
Rispondono Luciano Capone e Carlo Stagnaro. Ringraziamo il Mef per la risposta. In effetti l’entità in discussione, come riportato nel nostro articolo, è di entità contenuta (1,6 miliardi). Cionondimeno è una deviazione dalla prassi, che evitava di usare la retroazione fiscale come copertura. Quindi vuol dire che l’approccio sarà prudenziale, ma di certo meno prudenziale di prima. In ogni caso è il precedente, al di là dell’entità in sé, che rischia di essere pericoloso, soprattutto qualora dovesse diventare un nuovo standard per valutare l’impatto di tutte le misure di spesa.