Di fronte agli autocrati e allo loro coorte è forte la tentazione della resa

Trump continua a selezionare i suoi mostri, Putin a bombardare l’Ucraina. E il Papa gesuita indaga sul genocidio israeliano. Resistere o alzare bandiera bianca, pensando però che un’altra società di liberi in cui vivere non c’è

Trump continua imperterrito a selezionare i suoi mostri per la Giustizia il Pentagono e l’Intelligence. Un cospirazionista QAnon e No vax è virtualmente alla testa della sanità americana. Musk sbeffeggia Zelensky sotto le bombe perché ha molto senso dell’umorismo quando rivendica l’indipendenza dell’Ucraina. Putin bombarda massicciamente infrastrutture e civili con l’appoggio degli arsenali iraniano e nord-coreano. Scholz apre il vaso di Pandora ristabilendo i contatti con Mosca, e tanti saluti alla Zeitwende. Il Papa gesuita indaga sul genocidio israeliano. A una famiglia ebraica è negata una prenotazione Booking.com in un albergo italiano. Sotto pestaggio linciatorio, un ragazzo israeliano a Amsterdam è costretto a gridare “non sono ebreo” oppure “free Palestine”. La tentazione della resa è forte. Asteniamoci.

Vediamo come se la cavano nel governo del mondo autocrati e aspiranti autocrati e la loro coorte di molesti imbecilli così forte nell’opinione, nei social, nelle università e ormai sui giornali. Bandiera bianca, come suggeriva il Vaticano qualche tempo fa. Alla fine, lasciati liberi, si mangeranno tra loro come cannibali.

La logica di resa può essere figlia del cinismo, il male minore, la servitù volontaria, oppure dell’indifferenza verso il grande gioco del nuovo ordine mondiale a egemonia autocratica oppure ancora di un malinteso senso del realismo politico. Si può pensare che la coalizione occidentale contro l’invasione e la brutale guerra russa avesse dei limiti impliciti, le linee rosse stabilite da una potenza nucleare, la sproporzione di forze tra la coalizione autocratica e l’Ucraina resistente con armamenti a rate e divieti di impiego, e che combattere questa guerra con le mani legate sia stato un inutile e tragico bagno di sangue. Anche dopo l’impresa del pogrom del 7 ottobre e lo scatenamento della guerra dei sette fronti contro Israele, di fronte alla reazione dello stato ebraico furono in molti a scongiurare che Israele rinunciasse a raccogliere la sfida mortale, rispondesse al fuoco con una trattativa sugli ostaggi, punto e basta, e con un’azione diplomatica che prendesse atto del fatto che era impossibile ristabilire la deterrenza senza gravi danni umanitari contro un nemico che se li augurava e lavorava per produrli e moltiplicarli. Israele le mani non se le è lasciata legare. Ma oggi l’isolamento di Israele e quello dell’Ucraina, con differenze decisive in apparenza ma non poi tanto, sono fatti della stessa pasta.

Quella resa alla realtà e alla sua razionalità, che è poi la pace attraverso la forza ma senza la giustizia, è una tentazione permanente, ci riguarda tutti ed è particolarmente insidiosa nelle democrazie liberali che Mussolini considerava “deboli e degenerate”, un’anticaglia nella storia d’Europa da sostituire con un robusto “totalitarismo”. Scrive Anne Applebaum nel suo ultimo libro (Autocrazie, Mondadori): “Non esiste più un ordine mondiale liberale, e l’aspirazione a crearne uno non sembra più realistica”. E questa, che è una constatazione alla quale Applebaum si ribella con un appello ragionato e indispensabile a resistere, è tuttavia una diagnosi debilitante, specie dopo l’elezione di Trump. La tentazione della resa serpeggia e solo la contrasta in parafrasi quanto disse al giovane Biden la vecchia Golda Meir: “Siamo tranquilli e fermi perché non abbiamo altro posto in cui andare”. Un’altra società di liberi in cui vivere non c’è.

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  • Giuliano Ferrara
    Fondatore
  • “Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.

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