Pecco Bagnaia vince a Barcellona, Jorge Martin è campione del mondo

Il pilota spagnolo termina l’ultima gara stagionale al terzo posto e conquista il titolo mondiale dopo una stagione nella quale è stato il più costante

La rincorsa di Pecco Bagnaia si è fermata a 10 punti dal sogno. L’undicesima vittoria alla fine di un weekend perfetto in cui ha fatto il massimo possibile, non gli è bastata a riacciuffare Jorge Martin, che prende il suo primo Mondiale e scappa in Aprilia dove porterà in dote il numero 1. A Pecco non è riuscito il tris in un anno in cui ha vinto 11 gare e 7 sprint. Non gli sono mancate le vittorie, gli sono mancati i punti di tre domeniche maledette a Portimao, Aragon e San Marino e quelle cinque sprint senza punti (a Silverstone l’errore più grave). Ha vinto di più, ma è stato meno costante. Il Mondiale quest’anno non ha premiato chi ha vinto di più, ma chi è caduto di meno. Martin è il 30° campione del mondo di Top Class ed esser riuscito a fare più punti di Pecco significa tanto.

Spiace, ma è la legge dei numeri. “Ha fatto meno errori, ha fatto meno zeri. Ci riproverò l’anno prossimo. Jorge è un gran pilota e lo merita. Proverò a stare più attento in certe occasioni, a stare meno vicino a certi piloti. Non credo ci sia nulla di disonorevole a perdere”, ha detto Pecco che dopo aver dimostrato di saper perdere, ha fatto vedere di essere un campione anche nella sconfitta. Pecco si sarebbe meritato il titolo, gli sarebbe servito anche per puntellarsi in vista della prossima stagione quando in casa sua avrà Marquez, il regalo che non desiderava. Ma si sa, in casa Ducati sono bravissimi a progettare e costruire le moto, ma sono ancora più bravi a complicarsi la vita.

Il Mondiale di Martin è il mondiale di un team indipendente, la Pramac di Paolo Campinoti che vince con la Ducati, saluta e se ne va, cambiando moto dall’anno prossimo dopo aver litigato con Borgo Panigale. Hanno vinto due fuggiaschi. E se alla Ducati va dato il merito di non aver ostacolato in nessun modo la cavalcata del team satellite, di non aver fatto nulla per favorire il pilota e il team ufficiale. Ma siamo davvero sicuri che sia la scelta giusta? Che abbia senso non favorire il tuo team ufficiale? In Ducati sono fatti così e Domenicali e Dall’Igna festeggiano comunque. Contenti loro… Ha vinto la sportività è vero, il messaggio in fin dei conti è questo. Il Mondiale 2024 è stato un lungo duello tra due grandi amici, due rivali che hanno fatto della correttezza la loro linea guida. Hanno lottato senza prendersi a sportellate, senza mai graffiarsi in pista e con le parole. Speriamo che possa essere così anche l’anno prossimo quando nel tem ufficiale arriverà Marc Marquez, uno che la correttezza non sa esattamente cosa sia.

Il risultato del Mondiale racconta che quella Ducati ufficiale se la sarebbe meritata proprio Jorge, il nuovo campione. Un ragazzo corretto e veloce, un amico di Pecco, il campione che andava protetto. In Ducati hanno preso invece un’altra strada, hanno scelto Marquez, hanno preferito inseguire il sogno di riportare al titolo un grande campione, ma un piccolo uomo. Una scelta che potrebbe dare molto dal punto di vista promozionale, ma che rischia di essere molto difficile da gestire. Non sono riusciti a proteggere Bagnaia quest’anno, chissà cosa combineranno l’anno prossimo.

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