Emilia Romagna e Umbria al voto: quanto contano per Meloni e Schlein e chi sono i candidati

Domenica 17 e lunedì 18 i cittadini sceglieranno i prossimi governatori e consigli regionali. Michele De Pascale e Elena Ugolini si affronteranno per il dopo Bonaccini, mentre Stefania Proietti sfiderà Donatella Tesei. Una guida al voto

Da oggi si tengono le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Umbria. Le urne saranno aperte domenica 17 dalle 7.00 alle 23.00 e lunedì 18 dalle 7.00 alle 15.00. Gli elettori saranno chiamati a scegliere i prossimi presidenti di regione e rinnovare il consiglio regionale.

In Emilia Romagna, dove a differenza dell’Umbria sarà possibile esprimere fino a due preferenze (purché per candidati di genere diverso) ed è ammesso il voto disgiunto, si voterà per il successore di Stefano Bonaccini. Il presidente del Partito democratico, governatore della regione per dieci anni, è stato eletto al Parlamento europeo ed è stato sostituito il 12 luglio 2024 dalla sua vice Irene Priolo come presidente ad interim.

In Umbria la governatrice uscente di centrodestra Donatella Tesei correrà per il secondo mandato.

Chi sono i candidati in Emilia Romagna

Il sindaco Pd di Ravenna, Michele De Pascale, bonacciniano, è il candidato di un centrosinistra che schiera un campo non troppo largo: oltre a Pd e Alleanza Verdi-Sinistra c’è anche il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte, ma non Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi, che se ne sono tirati fuori. C’è chi vede in lui il possibile futuro Keir Starmer d’Emilia, per il piglio riformista e federatore che si spera possa accomunarlo all’uomo che ha portato la sinistra alla vittoria nel Regno Unito. “Penso che l’Emilia Romagna possa segnare un punto per superare la dicotomia tra chi è concreto senza avere alcuna ambizione e chi ha solo ambizione senza alcuna concretezza. Io sono per la concretezza e l’ambizione insieme”, ha dichiarato il candidato al Foglio.

Per la coalizione di centrodestra, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, correrà la candidata civica Elena Ugolini. Insegnante, preside, fondatrice di tre licei sperimentali e una scuola media, pioniera dell’idea dell’alternanza scuola-lavoro, consulente praticamente di tutti i ministri della Cultura da Luigi Berlinguer in poi, la sfidante di De Pascale è stata anche sottosegretaria all’Istruzione nel governo Monti.

L’8 luglio, annunciando il suo progetto civico, ha detto che sarebbe stata “felice” dell’appoggio del Pd e di non avere pregiudizi ideologici. Al Foglio ha poi dichiarato che stava parlando della situazione delle carceri ed “era un discorso che cercava di corrispondere di più a ciò che ognuno di noi vorrebbe per i propri figli”.

Gli altri candidati sono il sindacalista e attivista Federico Serra con Potere al popolo, Pci e Rifondazione comunista e Luca Teodori appoggiato dalla lista civica “Lealtà, coerenza, verità”.

Chi sono i candidati in Umbria

Donatella Tesei, governatrice uscente, è stata sindaca di Montefalco dal 2009 al 2019 e senatrice della Lega. In seguito alle dimissioni della precedente presidente di regione Catiuscia Marini (Pd), indagata per presunte irregolarità legislative nel sistema sanitario regionale, nell’ottobre del 2019 ha vinto le elezioni regionali contro il candidato del centrosinistra Vincenzo Bianconi.

Anche Donatella Tesei ha rischiato di essere indagata, proprio durante la corsa per le regionali. La notizia è emersa circa due settimane fa, quando la procura di Perugia ha chiesto e ottenuto l’archiviazione della vicenda. Si trattava di un‘inchiesta sui fondi europei per lo sviluppo rurale secondo cui un’azienda di proprietà di un membro della giunta regionale, nella quale lavora uno dei figli della presidente, avrebbe ricevuto sussidi europei come molte altre aziende con eguali requisiti.

L’avversaria di Tesei per il centrosinistra è Stefania Proietti. Ad appoggiarla il Pd, Umbria futura (che unisce Azione, +Europa, Socialisti e altre liste riformiste e civiche), M5s e Avs. Sindaca di Assisi dal 2016, Proietti è ingegnere meccanico e professoressa universitaria di seconda fascia presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, un istituto telematico.

Gli altri candidati sono Elia Fiorini, consigliere comunale di Magione (provincia di Perugia), sostenuta da una sola lista, Alternativa per l’Umbria; Martina Leonardi, educatrice e attivista, è candidata con una lista che raccoglie le candidature di vari gruppi di sinistra: Potere al popolo, Partito comunista italiano e Futura umanità; Giuseppe Paolone corre alle elezioni regionali con il sostegno della lista Forza del Popolo; Moreno Pasquinelli, militante di lungo corso con posizioni no-Green pass e anti-sistema, si candida con la lista Fronte del Dissenso; Fabrizio Pignalberi, libero professionista che guida la coalizione di centrodestra Quinto polo; Marco Rizzo ex deputato di Rifondazione comunista dal 1999 al 2004 e poi europarlamentare, è il fondatore del Partito comunista (PC), di cui è stato segretario fino al 2023; Giuseppe Tritto, medico attivo in ambienti no-Green pass, si candida con una lista dalle pozioni pro-Palestina, filorusse e antisistema ed è sostenuto da Umani Insieme Liberi.

Cosa si giocano Meloni e Schlein in Emilia Romagna e Umbria

Dopo aver perso le regionali in Liguria, il centrosinistra, e soprattutto la segretaria del Pd Elly Schlein, non può più sbagliare. Dopo le elezioni di ottobre, l’accusa è stata quella di non aver saputo federare il fronte dell’opposizione lasciandosi trascinare nella polemica tra il presidente dei 5 stelle Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. In quell’occasione, ha scelto di avere con sé il primo e di rinunciare al secondo e la sconfitta che ne è conseguita (48,77 per cento per il candidato del centrodestra Marco Bucci contro il 47,36 per cento di Andrea Orlando) ha alimentato i malumori nella coalizione.

L’Emilia Romagna, dal dopoguerra in poi, è sempre stata una roccaforte rossa. Si ricorda solo un caso in cui la città di Bologna è andata a una coalizione di centrodestra: era il 1999 e il sindaco si chiamava Giorgio Guazzaloca. Per questo, anche in queste elezioni, il centrodestra sembra sperare solamente di perdere “bene”.

A smuovere un po’ la campagna elettorale sono stati i disordini avvenuti a Bologna sabato 9 novembre: trecento esponenti della Rete dei Patrioti e di Casapound, arrivati da fuori città tutti vestiti di nero, con il tricolore e cantando l’inno nazionale, hanno sfilato in corteo contro il degrado cittadino chiedendo alle istituzioni una maggiore sicurezza. Contro di loro, ci sono state diverse manifestazioni, tra cui un sit-in dell’Anpi a cui ha partecipato anche Schlein con la Cgil, M5s e Avs. Nel pomeriggio sono poi scesi in piazza circa 1.200 antagonisti, militanti dei centri sociali, a cui si è aggiunto un piccolo corteo di circa 200 anarchici.

Il sindaco Matteo Lepore del Pd ha detto che il governo ha “mandato 300 camicie nere”, mentre il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ha dichiarato che si sta tornando “indietro nel tempo, alle soglie del brigatismo”.

L’Umbria è invece più contendibile, ma nella campagna elettorale si è inserita una variabile non prevista: il sindaco di Terni e leader di Alternativa popolare Stefano Bandecchi è convinto che la riconferma della leghista Tesei passi anche per i voti del suo partito.

Intanto il centrosinistra, che apparentemente corre unito nelle due regioni, si è comportato come se non fosse un coalizione. Mentre Schlein era a Terni, Conte si trovava in Emilia-Romagna. E, quando lui se n’è andato, lei è arrivata a Rimini. Avs ha chiuso la campagna elettorale in solitaria a Foligno, il Pd a Perugia. Alla fine Proietti ha chiuso la sua campagna elettorale di coalizione, ma senza i leader della coalizione medesima. La stessa cosa che ha fatto Michele De Pascale a Bologna. Solo una volta Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs e soprattutto Giuseppe Conte ed Elly Schlein si sono trovati tutti quanti insieme: venerdì davanti all’ospedale Santa Maria di Terni per un sit-in in difesa della sanità pubblica.

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