Gli smanovrati. Anche sulla legge di Bilancio le opposizioni vanno in ordine sparso

Annunciano cinque emendamenti in comune, ma ognuno si fa la sua conferenza stampa: quattro nello stesso giorno. Schlein sottolinea le convergenze, ma Conte: “Nessun coordinamento”. E Calenda: “Il centrosinistra? Non voglio parlare di formule”. Le contromanovre di Pd, M5s, Azione e Avs

Annunciano cinque emendamenti comuni alla manovra, ma in realtà ognuno fa da sé. Una, Elly Schlein, dice che hanno lavorato insieme, “sono fatti, non fantascienza”. L’altro, Giuseppe Conte, s’affretta a smentire: “Nessun coordinamento, nessuna alleanza”. Niente. E’ l’opposizione all’italiana, gli s-manovrati, in ordine sparso. C’è l’allarme democratico, ripetono. Ma di questo passo Meloni governa dieci anni – e qualche deputato Pd alla Camera annuisce.

Avrebbero potuto mettersi d’accordo per una volta – il guastafeste Renzi si era già sfilato – e presentare insieme le controproposte su sanità, congedo paritario, salario minimo, automotive e ricostruzione dell’Emilia-Romagna. E invece ieri le forze di opposizione hanno fatto quattro diverse conferenze stampa.

Di prima mattina ecco Conte. Il M5s apre le danze nella sede di via di Campo Marzio. L’ex premier ci tiene prima di tutto a smarcarsi: “Schlein? Ci sentiamo, ma non è una notizia. Permetteteci di perseguire una nostra idea di paese. Lasciateci svolgere il percorso costituente”. Poi si vedrà. Conte sfodera l’armamentario da battaglia: “Meloni ha firmato il pacco di stabilità con il sangue dei cittadini”. Si gioca la carta del Pnrr, quindi attacca Fitto, Giorgetti e difende il Superbonus. La manovra viene criticata su ogni fronte, gli emendamenti grillini per ora sono oltre mille. La conferenza dura circa un’ora e mezzo. Poi al malcapitato cronista di turno tocca correre, o essere ubiquo, perché alle 11 si riparte.

Da una parte c’è Carlo Calenda, alla Stampa estera per presentare le sue proposte. Dall’altra, praticamente in contemporanea, c’è Schlein. “Abbiamo lavorato molto perché ci fosse il segno di alcuni emendamenti con le altre opposizioni. Continueremo a insistere sulle convergenze”, dice la segretaria che sulle parole di Conte (e non solo) preferisce glissare. Testardamente unitaria. Il Pd mette in fila cinque priorità “per un’altra idea di Italia”, contro una manovra “recessiva, di austerità e senza investimenti”: sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e salari, politiche industriali e conversione, diritti sociali e civili. Lo spiega Schlein mentre nella Sala Berlinguer della Camera tira un’aria un po’ mesta. “C’è poco da ridere con questa legge di Bilancio”, ci bacchetta una addetta stampa dem. Sono cinque anche gli interventi richiesti da Azione per correggere una “finanziaria che dà solo le mance”. Calenda – “Il campo largo? Non voglio parlare di formule” – punta su sanità e competitività, su giovani, famiglie e lavoro femminile, oltre a istruzione e interventi per il territorio.

A chiudere la giornata sparsa, diffusa, delle opposizioni tocca ad Avs. Dopo pranzo Bonelli e Fratoianni escono dal Palazzo, scelgono piazza Montecitorio, si presentano con i cartelli in mano. Un flash mob per una manovra “verde e solidale” e poi niente più armi e patrimoniale. I cavalli di battaglia, che forse non uniranno l’opposizione ma di sicuro piacciono ai turisti giapponesi, in prima fila nel fotografare il duo di Avs. Chissà che non vadano venerdì pure a Terni, a quanto pare i leader di minoranza potrebbero ripensarci e chiudere insieme la campagna di Stefania Proietti in Umbria.

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