Sui social una pagina ha istigato il linciaggio di Amsterdam tra falsità e propaganda

Nato nel 2017 per l’intrattenimento, CestMocro è diventato un portale di breaking news dalla cronaca locale alla politica e allo sport. L’importante è che facciano tendenza. O meglio, sensazionalismo internazionale

Amsterdam. Dopo “la notte della vergogna” – parola della sindaca Femke Halsema –, ad Amsterdam sono seguiti giorni di ulteriore tensione: manifestazioni non autorizzate, attacchi contro la polizia, un tram incendiato e altri 50 arresti. Ieri si è tenuta una riunione urgente del Consiglio comunale, mentre l’ordinanza che vietava cortei e raduni è stata prorogata fino a giovedì mattina. Disordini di matrice antisemita, su scala minore, si sono verificati anche ad Anversa in Belgio. “Abbiamo un grave problema di integrazione”, riconosce il premier olandese Dick Schoof. Le autorità sono arrivate in ritardo, durante il linciaggio dei tifosi israeliani in Piazza Dam, e in ritardo arriva anche la comprensione di un fenomeno latente eppure fomentato da anni, attraverso i social, fino a raggiungere numeri di significativo impatto sociale. A queste latitudini, c’è una pagina su tutte additata come principale cassa di risonanza dell’odio etnico e religioso: si chiama CestMocro – da leggersi alla francese – e annovera 4 milioni di follower, soprattutto tra Instagram e TikTok. Il catino di quella stessa gioventù che sta avvelenando i Paesi Bassi.

Il caso specifico spiega l’insospettabile parabola di questi nuovi nuclei di (dis)informazione e indottrinamento online. Oggi CestMocro si presenta come un portale di breaking news – “le ultime notizie le vedete prima da noi”, la bio su Instagram – con la bandiera belga e olandese. Il target è presto detto: in slang nederlandese, mocro è un termine che indica i cittadini di origine marocchina e per estensione mediorientale (con connotazione un tempo dispregiativa, ma a lungo andare sinonimo di orgoglio per le medesime comunità). I contenuti sono frequenti e i più disparati: dalla cronaca locale alla politica e allo sport. L’importante è che facciano tendenza. O meglio, sensazionalismo internazionale: bombardamenti israeliani, immagini da Gaza, il faccione di Netanyahu. E a corredo, descrizioni che vanno dall’omissione ingannevole dei fatti alla bufala: benzina sul fuoco dei commenti. Qualche esempio. Gli israeliani in trasferta ad Amsterdam la settimana scorsa vengono definiti “teppisti del Maccabi” (tutti, senza distinzioni), mentre le manifestazioni in piazza sono soltanto “presidi antigenocidio”. Allargando il quadro, l’unica informazione fornita alla morte “del leader di Hamas Yahya Sinwar” – citando subdolamente la Cnn – è che “i suoi genitori furono sfollati dai coloni insieme ad altri 750mila palestinesi” (crimini a carico? ma figurarsi).

Ormai la macchina cammina da sola, attraverso l’indignazione collettiva. Ma non è sempre stato così. CestMocro nasce nel 2017 come pagina di intrattenimento: meme e video divertenti. L’ideale per formare una community influenzabile, composta perlopiù da giovanissimi e minorenni di origini turche e nordafricane (sono 2 milioni tra Belgio e Olanda). Poi man mano il canale cresce, dirotta sull’attualità, puntando sulla tempestività a scapito della precisione. Presto, sui social, diventa più popolare di qualsiasi altro media olandese. Lo seguono politici, calciatori, personaggi dello spettacolo. E già a settembre 2023 viene denunciato dal Centro per l’informazione e la documentazione di Israele – un ente che monitora la propaganda contro il popolo ebraico nei Paesi Bassi – “per la diffusione di reiterato odio antisemita: nonostante le segnalazioni, Meta sembra incapace di chiudere una piattaforma dove violenze verbali come ‘sterminateli tutti, peccato che Hitler non abbia terminato l’opera’ proliferano di continuo”. La curiosa coincidenza, è che CestMocro non solo ha eliminato ogni post su Instagram precedente al 7 ottobre. Ma che proprio quel giorno ha festeggiato con un generico “grazie” per aver raggiunto il primo milione di follower (e chi ha orecchie per intendere, intenda).

Chi si nasconde dietro CestMocro? Il problema è che non si sa: a oggi i suoi amministratori restano ignoti. Mentre la sezione commenti della pagina è finita da diversi mesi sotto l’osservazione del ministero della Giustizia olandese, in quanto “area a rischio per la sicurezza”. E ancora, dopo le denunce, i campanelli d’allarme, nulla è bastato per portarla alla chiusura. Anzi: secondo il Telegraaf, il passaparola per la “caccia all’ebreo” è partito anche da lì. Fino agli attacchi di Amsterdam. Questa settimana la Tweede Kamer valuterà una prima iniziativa parlamentare sul divieto di piattaforme come CestMocro. Ma intanto, come spesso succede, la realtà ha dato corpo ai social. E soprattutto ai commenti.

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