Perché Trump è ormai per Le Pen un modello ingombrante

La leader sovranista si limita a rivolgergli “auguri di successo”. Anche perché il tycoon del 2024 non è quello del 2016 ed è molto più radicale di lei. Bardella: “The Donald ci invita a difenderci da soli, prendiamolo in parola”

“Esistono ancora dei trumpiani nella vita politica francese?”, si è chiesto l’editorialista del Figaro Guillaume Tabard all’indomani della rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Perché quasi nessuno, in Francia, ha celebrato con entusiasmo la vittoria del candidato repubblicano, nemmeno il Rassemblement national (Rn), il partito sovranista di Marine Le Pen. E’ ormai lontano il 2016, quando Le Pen applaudiva The Donald, convinta che il suo trionfo avrebbe tirato la volata all’allora Front national in vista delle presidenziali del 2017. Oggi, la leader sovranista si limita a rivolgergli “auguri di successo” e il suo delfino e attuale presidente di Rn, Jordan Bardella, fa un discorso che, come scrive il Monde, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, non rinnegherebbe: “Per noi, francesi ed europei, queste elezioni americane devono suonare come una sveglia. L’occasione di ripensare il nostro rapporto alla potenza e all’autonomia strategica. Perché Donald Trump ci invita a difenderci da soli, prendiamolo in parola”.

Secondo Jean-Yves Camus, politologo esperto di destre e direttore dell’Observatoire des radicalités politiques alla Fondation Jean-Jaurès, “ci sono due tipi di leader in Europa”. “Anzitutto quelli che sono al governo e sanno che prima o poi dovranno sedersi al tavolo delle negoziazioni con Trump, dunque si sono affrettati a congratularsi con il leader repubblicano con toni piuttosto entusiastici. E’ il caso di Giorgia Meloni e Viktor Orbán. Poi ci sono quelli che ancora aspirano ad assumere le redini di un governo, come appunto Marine Le Pen. La leader del sovranismo è francese in una fase di ‘dédiabolisation’ di Rn che non è ancora terminata e non ha alcun interesse politico a essere una fun di Trump”, spiega al Foglio Camus. Anche perché il Trump del 2024 non è il Trump del 2016. “E’ molto più radicale rispetto a otto anni fa. Le frasi sessiste verso Kamala Harris, gli attacchi contro i portoricani (durante un comizio trumpiano, il comico Tony Hinchcliffe ha definito Porto Rico “un’isola galleggiante di spazzatura”, ndr), la fake news sui migranti haitiani che mangiano cani e gatti a Springfield: Le Pen ha mille ragioni per prendere le distanze da un rappresentante politico che è molto più radicale di lei”, dice al Foglio Camus.

La madrina del sovranismo francese, con tutta probabilità, ha prestato attenzione al sondaggio dell’istituto Elabe uscito lo scorso 30 ottobre, dal quale emergeva che soltanto il 30 per cento degli elettori di Rn tifava per The Donald, contro il 45 per la vice presidente di Joe Biden. “E Le Pen sa bene che le elezioni americane non sono un tema che i suoi elettori seguono con passione. Ciò che interessa ai suoi sostenitori sono i temi storici di Rn: l’immigrazione, la sicurezza, il potere d’acquisto”, sottolinea il politologo francese, prima di aggiungere: “Sulle reti di informazione all-news si è parlato senza sosta delle elezioni americane, ma nel quotidiano dei francesi, e non solo degli elettori lepenisti, è un tema assolutamente periferico”. Anche l’operazione volta a rendere il sovranismo più accattivante per i giovani lanciata da Bardella, soprannominato “TikTok King” per i suoi 1,4 milioni di followers sul social di proprietà cinese, ha poco a che vedere con il trumpismo.

“Donald Trump ha 78 anni e sarà il più vecchio presidente degli Stati Uniti. Quando il vostro obiettivo principale sono i giovani, Trump non è necessariamente il modello a cui ispirarsi”, dice al Foglio Camus. Solo il neoalleato di Le Pen, Éric Ciotti, ex leader dei gollisti (Les Républicains) oggi alla guida di un mini-partito, Union des droites pour la République, ha manifestato apertamente la sua gioia per la rielezione di Trump. L’ha definita “portatrice di speranza per gli Stati Uniti, (…) per il mondo (…) e la Francia”, prima di filmarsi sui social con il cappello rosso Maga (Make America Great Again) dei sostenitori trumpiani. Ma per lo stato maggiore di Rn, l’inquilino della Casa Bianca è ormai un modello ingombrante.

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