A Roma riparte il treno dello sviluppo, dopo la fuga delle imprese dalla città

Da Garbatella inizia la sfida per la rinascita economica e culturale della Capitale, con l’iniziativa “Ostiense Next”, che punta a trasformare il quartiere in un distretto creativo e produttivo

“Collaborazione territoriale”: è la formula magica per rilanciare sviluppo e imprenditoria sul territorio di una città che ha assistito, negli ultimi anni, al fuggi fuggi di alcune grandi imprese e al fallimento, in tempo di giunta Raggi, del famoso tavolo per il rilancio della Capitale, voluto dall’allora ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda (“la sindaca non mi risponde neanche al telefono, sconvoco tutto”, è la frase simbolo del momento). E ieri, nell’VIII Municipio, su impulso dello stesso, le nuove opportunità di sviluppo sono state messe al centro dell’iniziativa “Ostiense Next-ecosistemi di innovazione”, lungo l’asse della sinergia pubblico-privato, per una collaborazione Wired, Talent garden, Open-es, Road e con il coinvolgimento di varie realtà imprenditoriali locali. Obiettivo: la creazione di un distretto produttivo-creativo attorno alle vie che hanno il Gazometro come fulcro e simbolo, “in un quartiere industriale d’inizio Novecento” che punta a rilanciarsi come perno “di economia collaborativa e della conoscenza”, dice Amedeo Ciaccheri, presidente dell’ottavo Municipio, con l’idea di facilitare l’incontro e la collaborazione istituzioni-imprese per la valorizzazione economica e culturale. Lo sbocco sarà una “piattaforma di collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo del territorio e la qualità della vita”, e per fare sì che la “dimensione di vicinato, quella nazionale e quella internazionale camminino insieme”. Alle porte del Giubileo, e in attesa del flusso enorme di visitatori, è un wishful thinking che ha tra i suoi modelli “Yes Milano”, iniziativa gemella nordica, ed è un passo d’avvio per stimolare la rinascita di una mentalità creativo-produttiva nella capitale delle (tante) occasioni perse: se funziona in un quadrante, la sinergia pubblico-privato per lo sviluppo può essere esportata in altre zone, in un effetto domino virtuoso, e lungo tre assi principali: borse di studio, da concordare con le Università, su tematiche che riguardino le politiche pubbliche di implementazione locale; masterplan territoriali; messa a regime di dispositivi finalizzati al miglioramento della qualità della vita in termini di sicurezza urbana, illuminazione, decoro, iniziative culturali e valorizzazione degli esercizi imprenditoriali; tavolo di produzione creativa e “incubatore” sull’innovazione. Dopo il Covid, e dopo la fuga delle suddette grandi imprese, parte da Garbatella il primo treno.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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